
“Voglio la mamma! Vai a riprenderla!”
Capita di sentire queste frasi dalle bambine e dai bambini al nido. È naturale che a volte sentano nostalgia della mamma, i più grandi la esprimono a gran voce, i più piccoli, che ancora non parlano, fanno comunque capire chiaramente le loro emozioni, al momento del saluto la mattina o più tardi nel corso della giornata quando la stanchezza comincia a farsi sentire.
Uno dei modi che prediligo per accogliere queste emozioni e passarci attraverso, rasserenando i bambini, è fare ricorso alle vecchie filastrocche, alle conte, alle rime per le dita, alle trotteuses per saltare sulle ginocchia, alle ninne nanne.
Sono parole sempre accompagnate da gesti, movimenti, piccoli rituali del corpo.
Il cambio di tono di voce con le sue diverse sonorità, ritmi, ripetizioni, insieme al tocco confortante di una carezza o di un abbraccio aiutano a stemperare la tensione.
Sostengono la bambina e il bambino nell’ascolto dell’educatrice, favoriscono il superamento del disagio, grazie anche alla forza del linguaggio poetico che filastrocche e le conte portano con sé.

Ecco alcuni esempi:
“Balla balla, piccolina/o,
batti i piedi, bella bambina/o,
muovi le braccia, muovi le mani,
balla balla fino a domani”
(L’adulto tiene la bambina o il bambino sulle sue ginocchia e la/o fa saltare cantando).
E poi:
“Bella stella dimmi tu,
cosa vedi da lassù,
da quassù io vedo te,
da quassù io vedo te (più piano)”
(Cantando si indica verso l’alto come per guardare la stella, poi tenendo la mano in alto si indica verso il basso come per guardare la bambina e il bambino).

Ancora:
“Formichina formichina, dove vai questa mattina?” Un pò di qua, un pò di là e la giornata passerà”.
(Solleticare il palmo della mano della bambina e del bambino, risalire lungo il braccio, solleticalo sotto le ascelle e poi sul collo).
E infine:
“Il pollice dice: ho fame!
L’indice dice: non c’è più pane!
Il medio dice: lo compreremo!
L’anulare dice: ce n’è ancora un pezzettino!
Il mignolo dice: datelo a me che sono il più piccolino!”
(Tenendo la mano della bambina o del bambino si prende il dito uno alla volta nominandolo).
Sarebbe interessante inoltre chiedere ai nostri anziani se ricordano qualche bella conta o filastrocca della loro infanzia al fine di mantenere così le tradizioni orali.
Nido In famiglia “L’Acchiappasogni” – Dosson di Casier























