La gamma di esperienze possibili in BRaT aumenta ancora!
Un’esperienza tattile, in penombra e bendati. Una storia da ascoltare e leggere… con le mani! Scalzi, seduti in un contesto rilassante e ognuno col proprio libro in grembo, bambine e bambini sono stati condotti dalla voce del lettore nell’esplorazione di una storia.
La lettura al buio è stata sperimentata mercoledì 6 novembre dalla classe V^A della scuola primaria Giovanni XXIII, grazie alla disponibilità delle insegnanti nell’accogliere questa proposta così particolare e unica.
Una volta arrivati, i bambini e le bambine sono stati introdotti all’attività dalla bibliotecaria da una prima riflessione comune: come siamo abituati a leggere? In quanti altri modi si può leggere? Che cos’è un libro tattile? Per chi è pensato? Che cos’è il braille?
Successivamente, seguendo il prezioso canovaccio curato dai lettori volontari AbiBRaT Roberto e Marina, i partecipanti sono stati condotti in una stanza predisposta appositamente dalle luci soffuse e dopo una serie di esercizi “sensoriali” ciascuno ha indossato una benda ed ha ricevuto una copia di “Giorgetto, l’animale che cambia aspetto” di Claudette Kraemer (Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi). Il libro individuato propone il testo anche in braille, ma soprattutto presenta inserti tattili da seguire con i polpastrelli: le sagome principali sono gli elementi della storia che trasmettono sensazioni diverse a seconda della composizione materica.
La voce del lettore ha cominciato quindi a narrare: man mano che le parole scorrevano nell’aria, le mani toccavano e scoprivano le diverse pagine, e le superfici, i suoni e i profumi invadevano l’aria e così l’avventura metamorfica di Giorgetto prendeva forma!
Ma una volta raggiunta l’ultima pagina, è saltata via la benda e si è accesa la luce!
Ognuno ha potuto confrontare con grande stupore la propria rappresentazione di Giorgetto con il personaggio in peluche che si nascondeva fra le pagine del libro.
Infine al termine della lettura c’è stata una parte di riflessione comune tra adulti e bambini e si è potuto confrontare quanto si era immaginato con quanto si è tenuto tra le mani ed essere così condotti a considerare l’importanza della dotazione sensoriale di ognuno nella propria raffigurazione del mondo.
L’esperienza è stata un gioco immersivo tra sensazioni e ricostruzioni creative: grazie a rumori, profumi, sensazioni, il risultato è stato un viaggio fantastico e inaspettato.
Tante sono state le domande e gli spunti: aver vissuto un’esperienza di momentanea deprivazione sensoriale è risultata essere una forma davvero efficace di sensibilizzazione alla diversità e alla disabilità per i nostri piccoli lettori.
Lorenzo Coracin, volontario del servizio civile universale