Giochiamo con le parole

0
1031

Una delle priorità dell’apprendimento attuale è ampliare il vocabolario del bambino sin dalla prima infanzia. Perché? C’è un forte analfabetismo di ritorno: le nuove generazioni non comprendono più il significato di ciò che leggono ad esempio sul foglietto illustrativo di un farmaco… e soprattutto non leggono affatto. Ci si ferma a guardare le figure, video, brevi filmati TikTok sui Social, ma non si sa spiegare quanto appena visto.

Il nostro cervello possiede la capacità di espandersi soltanto se stimolato dall’ambiente esterno. La nostra mente è paragonabile ad un libro le cui pagine sono vuote: sta a noi riempirle di contenuti.

I contenuti della mente sono idee e pensieri che si formano in concomitanza dello sviluppo linguistico. In altre parole non possiamo pensare ad alcun concetto/idea senza associarlo alla parola corrispondente. Ne consegue che, durante le interazioni, maggiore sarà il nostro vocabolario quotidiano, maggiore sarà la quantità di pensieri espressi e rielaborati in quella giornata.

Viceversa meno lessico conosciamo, meno idee abbiamo nella mente.

ATTIVITA’ per prendere consapevolezza di questo legame indissolubile tra pensieri e parole.

Si invitano i bambini, seduti in cerchio, a chiudere gli occhi per pensare ad una situazione, oggetto, persona che viene loro in mente; si può chiedere: “Pensate a qualsiasi cosa vogliate per un minuto”.   Successivamente si chiederà loro il pensiero fatto. Dopo ogni risposta si chiederà ad un compagno se nella propria mente si è formata l’immagine della parola appena detta, si inviterà a riflettere perché si è riusciti a capire i pensieri degli altri. La risposta è che le parole rappresentano l’etichetta senza la quale è impossibile pensare.

La prova sarà la parola NIENTE (qualcuno dirà di non aver pensato a niente) è un concetto/idea che tutti possiamo avere anche se non è un oggetto o qualcosa di particolare. Ma tutti abbiamo l’idea di “vuoto” perché si chiama “niente”.

I punti di vista sulla realtà si espandono solo condividendoli con gli altri, attraverso la comunicazione verbale. Una mente aperta e flessibile è proprio quella che prende in considerazione i discorsi altrui attraverso uno scambio bidirezionale di idee. Il monologo non ha la stessa efficacia del DIA-LOGOS (discorso tra due persone). In aula tuttavia si prediligono purtroppo i monologhi dell’insegnante, anche se la lezione prevede alcuni momenti nei quali è concesso agli alunni di conversare tra loro e con il docente.

Sarebbe opportuno partire sempre dalle teorie ingenue dei bambini raggruppate sulla LIM in un brainstorming (tempesta di cervelli). Dopo aver visualizzato le loro parole/idee sull’argomento, si potrà iniziare la lezione spiegando i concetti emersi, che hanno suscitato interesse, essendo parte dei loro vissuti. In questo modo si potranno inserire le nuove parole in un “cassetto” già aperto dagli stessi alunni. Il loro significato verrà memorizzato più facilmente in quanto ritenuto utile e diventerà parte anche del loro contesto familiare e delle loro interazioni ludiche.  

Come affermato dal celebre pedagogista americano John Dewey, padre dell’Attivismo, bisogna incentrare l’apprendimento “sull’interesse presente e attuale” del bambino. Cosa interessa ai bambini? Giocare! Ecco alcuni spunti per giocare con le parole, per avere una mente ricca di idee, capace di “comprendere” la realtà circostante, orientarsi e risolvere problemi.

Attività ludiche in aula e strumenti didattici:

  1. La password Parole chiave nuove per entrare in aula ogni mattina, simulando una dogana, un passaggio a livello. Possono essere proposte a turno dagli altri compagni, non soltanto dall’insegnante.
  2. La rubrica Un quaderno da tenere sempre in zaino sul quale aggiungere le parole imparate o sentite ogni giorno. Rinforzi positivi a chi le ricorda nei giorni successivi. Ogni tanto si fa una gara di memoria sulla rubrica.
  3. Inventiamo una storia Con le parole nuovesi possono far scrivere brevi storie anche in gruppo. Si può far pescare alcuni cartellini con parole nuove da inserire nel proprio racconto.
  4. GIOCHI DI SQUADRA Telefono senza fili; impiccato ecc…
  5. GIOCO DA TAVOLO: la tombola delle parole (BINGO)

Associazioni di PAROLE con le loro definizioni: queste parole, già memorizzate nelle lezioni precedenti, possono essere predisposte dal docente in vari fogli/cartelle diversificate per ogni singolo alunno (un massimo di 6/7 parole per ciascuna cartella, al posto dei classici numeri della tombola). Vince chi completa la propria cartella e sa dire i significati delle parole contenute. In pratica l’insegnante dirà ad alta voce la definizione e i bambini dovranno capire se corrisponde a qualche parola presente nella loro cartella della tombola.

Una variante si può realizzare per far muovere a turno i bambini in aula (ad esempio per favorire i soggetti con ADHD che non riescono a stare seduti a lungo e si distraggono facilmente).

 Si preparano dei cartelloni con le definizioni da imparare, e la parola corrispondente. Si potranno incollare sulle pareti dell’aula (con la Colla removibile) poi l’insegnante pesca la parola chiede ad un alunno di andare ad appenderla vicino alla sua definizione.

Prof.ssa Silvestri Isabella
Docente di tecniche di comunicazione

SCHEDA “DIDATTICA VISIVA” DA COLORARE

Previous article“Riciclare che magia”
Next articleL’arte effimera

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here