DSA a scuola: lavorare per una didattica inclusiva

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In base agli ultimi dati forniti dall’ufficio statistico del Ministero dell’Istruzione, gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento in provincia di Treviso sono 3.300, pari al 2,9% del totale.

Le regioni con i valori più elevati di alunni con DSA sul totale sono Valle d’Aosta e Liguria (5,1%), Piemonte (4,8%) e Lombardia (4,7%). Le percentuali più contenute si rintracciano in Calabria (0,8%), Campania (1%) e Sicilia (1,3%). Viene da chiederci se i criteri di valutazione sono gli stessi.

Se poi andiamo ad analizzare il numero di alunni con DSA nei diversi ordini di scuola la percentuale cambia sensibilmente se si passa dai dati della primaria ai cicli successivi:

  • 2% nella scuola primaria;
  • 5,6% nella scuola secondaria di I grado;
  • 4,7% nella secondaria di II grado.

La sensibilizzazione di insegnanti ed istituzioni verso gli studenti con dislessia (che è bene chiarire che è un sintomo e NON una malattia) è iniziata da tempo, ma la strada da percorrere per avere, non solo una scuola davvero inclusiva, ma anche una regolamentazione del post scuola e una reale comprensione del fenomeno è ancora lunga.

A partire da una vera applicazione del Piano Didattico Personalizzato, documento previsto dalla legge che, purtroppo, molto spesso si limita ad essere un semplice adempimento burocratico, ma che se fosse realmente applicato, potrebbe garantire un maggior benessere ed un successo scolastico in proporzione degli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento.

Piano personalizzato, strumenti compensativi e misure dispensative, infatti, possono rendere il percorso scolastico meno faticoso: come i libri di testo scolastici in formato Pdf aperto, riconosciuti ormai come uno strumento imprescindibile per chiunque sia dislessico, disgrafico, discalculico o disortografico.

Va ribadito, ancora una volta,che un bambino dislessico non è meno intelligente degli altri né più pigro, e soprattutto che i disturbi dell’apprendimento non sono una entità monolitica ma si manifestano con caratteristiche diverse in ogni individuo. Alcuni bambini/ragazzi con DSA, ad esempio, oltre alle problematiche sopra elencate (disgrafia, discalculia, disortografia, dislessia) possono mostrare anche difficoltà di coordinazione e di motricità fine.

Alunni con DSA e scuola: la legge 170/2010 e la didattica inclusiva

Il quadro normativo in Italia è fornito dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170, che assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei la responsabilità di individuare le modalità didattiche più adeguate per l’inclusione di alunni con DSA. Con questa normativa si consolida l’approccio innovativo di una scuola che mette al centro la complessità e singolarità di ogni persona, adottando gli strumenti più adatti per consentire a tutti un pieno sviluppo nel processo formativo.

Cosa fare con la scuola in caso di diagnosi di DSA

Il primo passo che un genitore deve fare è quello di consegnare subito la diagnosi di DSA alla scuola e farla protocollare, in modo da richiedere il PDP (Piano Didattico Personalizzato). La diagnosi deve contenere l’esatta dicitura dei disturbi (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), i punteggi ottenuti nei test, gli strumenti compensativi e le misure dispensative di cui ha bisogno per essere messo in condizioni simili di apprendimento dei compagni.

Gli strumenti compensativi per gli studenti con DSA

  • tabelle, mappe concettuali, formulari;
  • sintesi vocale (trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto);
  • calcolatrice;
  • correzioni automatiche dei programmi di videoscrittura;
  • registratore, per registrare le lezioni.

La scuola, inoltre, deve fare in modo di favorire la comprensione dei testi, tramite varie strategie:

  • favorire una lettura silenziosa, perché è più facile e veloce;
  • far apprendere allo studente delle modalità di lettura che gli consentano di apprendere il significato generale del testo.

La lettura si potrebbe trasformare in ascolto, ad esempio:

  • ascoltando qualcuno leggere le consegne dei compiti, i questionari o le tracce dei temi;
  • utilizzando libri o vocabolari digitali e la sintesi vocale;
  • usando mappe concettuali.

Le misure dispensative per gli alunni con DSA

Si tratta di interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Ad esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura.

È bene tener presente che gli strumenti compensativi e le misure dispensative non sono facilitazioni. Come specificato nelle linee guida, queste accortezze non semplificano lo sforzo cognitivo necessario allo svolgimento dei compiti o delle prove, ma consentono ai ragazzi con DSA di tentare di essere alla pari dei propri compagni.

Il nostro approccio invece è quello di riabilitare i ragazzi facendo esprimere loro tutte le loro potenzialità. Questo avviene tramite l’uso costate dei “prismi percettivi attivi” e di specifici esercizi.

Quali sono i sintomi[1]  che permettono di identificare un disturbo dell’apprendimento? Vuoi saperne di più su [2] Dislessia, DSA e [3] Dispercezione? Consulta le pagine del nostro sito oppure fissa un appuntamento[4]  nel nostro studio.


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