Disturbi di apprendimento? No grazie…

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Clever schoolkids raising hands at workplaces during lesson

Quanto spesso, come Genitori o come Insegnanti, abbiamo percepito una lettura lenta, stentata ed esitante, caratterizzata a volte dalla perdita del rigo, da omissioni o sostituzioni di lettere, con una sequenza di lettere spesso modificata, numerose ripetizioni di sillabe, con completamento delle parole in modo diverso o mediante parole non esistenti… Talvolta abbiamo osservato anche reazioni di disagio, connotate da lettura sussurrata, insicurezza, movimenti continui e, in particolare, manovre di evitamento o rifiuto della prestazione, specialmente se in contesti pubblici quali ad esempio il gruppo-classe.

Questa circostanza potrebbe rappresentare la descrizione della Dislessia evolutiva, ovvero un disturbo caratterizzato dalla compromissione dello sviluppo delle capacità di lettura, connotato da un’eccessiva difficoltà nella conversione della lettera scritta nel suono corrispondente, evidenziato proprio da un elevato numero di errori e da una eccessiva lentezza.

La Dislessia evolutiva appartiene, assieme a Disortografia, Disgrafia, Discalculia e, secondo certi punti di vista che stanno assumendo sempre maggiore consenso scientifico, disturbo della Comprensione del testo e disturbo della Soluzione dei problemi matematici, a quella tipologia di disordini dello sviluppo nota come Disturbi specifici di apprendimento (DSA), ovvero una situazione clinica nella quale una specifica e selettiva competenza cognitiva – potrebbe dunque trattarsi della lettura, dall’esempio che abbiamo riportato in apertura – non raggiunge gli standard attesi per l’età e necessita di un potenziamento specifico.

Va chiarito che sempre con maggior frequenza si rilevano anche alterazioni nell’apprendimento scolastico che non derivano necessariamente da una ipofunzionalità del sistema nervoso centrale, come nel caso dei DSA.

Piuttosto, si osservano malfunzionamenti di lettura, calcolo e delle altre aree di apprendimento derivanti magari da ridotte competenze motivazionali dell’alunno, oppure difficoltà di interazione-inserimento nel contesto scolastico, o ricorso a modalità didattiche non sempre funzionali o, più semplicemente, a ritmi di acquisizione personali un po’ più rallentati ma pur sempre rispettosi della fisiologia degli apprendimenti scolastici: in questo caso il termine utilizzato è quello di Difficoltà di apprendimento, e prevede misure di training meno impegnative per il piccolo paziente.

L’attivazione delle procedure consiste in una valutazione diagnostica condotta secondo protocolli validati da letteratura e normativa vigente, al termine della quale stabilire il programma riabilitativo o di potenziamento adatto, mantenendo una comunicazione attiva con il team docenti, affinché l’esperienza scolastica e di studio possa restituire tutto il piacere e la soddisfazione derivanti dall’acquisire nuovi contenuti e nozioni, entro un approccio allo studio che favorisca serenità e motivazione.

Dott. Marco Gubernale
Neuropsicologo dello sviluppo

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