
Serve senso critico, non solo competenza digitale
L’intelligenza artificiale è ormai entrata nelle scuole, nelle case e perfino nel nostro modo di pensare. Ogni giorno sempre più persone chiedono a “ChatGPT” di riassumere il capitolo di un libro, di scrivere un tema o di risolvere un problema e, in pochi secondi, la risposta arriva. La domanda che dovremmo porci tutti – studenti, insegnanti, cittadini – è sull’affidabilità di ciò che leggiamo. Si può ritenere una risposta affidabile solo perché lo dice una macchina?
Come studente mi capita spesso di lavorare con professori che cercano nuovi modi per rendere la didattica più coinvolgente usando anche le risorse digitali per creare lezioni interattive integrando strumenti online e mostrando, spesso, come l’I.A. possa essere una risorsa da sfruttare in campo educativo. Il problema non è tecnico ma culturale: non basta saper usare la tecnologia, serve saperla addestrare.
L’I.A. è un agency, fornisce risposte in base a come è stata programmata, addestrata su diversi argomenti.
Molte volte ho chiesto all’I.A. di spiegarmi un concetto: la risposta è arrivata subito, ben scritta ma spesso semplificata, incompleta o priva di “sfumature”. A quel punto mi sono reso conto che non era la risposta a mancare ma la mia capacità di interpretarla ed utilizzarla in base ad una premessa che richiedeva maggiore approfondimento “umano”, una sfumatura differente, un richiamo al mio modo di pensare e vedere le cose che la macchina non conosceva. La macchina ti fornisce una risposta per la quale è stata addestrata ma non conosce l’animo umano, l’empatia, la compassione. Allora si capisce cosa significa “senso critico”: non accettare passivamente quello che viene detto ma analizzare; non fidarsi a prescindere di tutto ciò che viene proposto ma verificare; non ricevere una risposta secondo un algoritmo precostituito ma costruire tu stesso una tua conoscenza.
L’I.A. può essere uno strumento formidabile ma solo se impariamo a usarla con consapevolezza. Il rischio, infatti, è che ci abitui a un sapere veloce, automatico, privo di approfondimenti. Ogni volta che un compagno mi dice “l’ho chiesto all’intelligenza artificiale”, io rispondo: “Sì, ma tu cosa pensi?”. Ed è lì che spesso nasce il silenzio in cui capisci che, forse, stiamo delegando troppo della nostra mente alle macchine.
Gli insegnanti, dal canto loro, si trovano in una posizione complessa. Alcuni temono che l’I.A. renda inutile la fatica di imparare mentre altri, invece, la vedono come un alleato prezioso per sviluppare nuove competenze. Vogliono capire come usare la tecnologia per arricchire la didattica, non per sostituirla. E questa, a mio parere, è la strada giusta: la scuola deve diventare il luogo dove si impara a convivere con l’I.A. in modo critico e responsabile.
Gli studenti, da parte loro, dovrebbero essere soggetti attivi non semplici utenti. Imparare a verificare una fonte, confrontare versioni diverse su una medesima questione, chiedersi da dove proviene un’informazione, andare oltre la risposta standard e capire il ragionamento dietro di essa.
Il vero rischio non è che l’intelligenza artificiale “pensi al posto nostro”, ma che smettiamo di farlo noi fidandoci troppo di lei. L’educazione digitale non è solo questione di strumenti o piattaforme, ma di formazione del pensiero critico: la capacità di analizzare, di dubitare, di sbagliare consapevolmente. La scuola del futuro non sarà quella che vieta l’I.A., ma quella che insegna a ragionarci sopra, a discuterne, a usarla come trampolino per analisi più approfondite dei fatti.
Solo distinguendo l’intelligenza umana da quella artificiale possiamo evitare di attribuire alle macchine qualità che non posseggono e riconoscere, in modo oggettivo, a freddo, le potenzialità della macchina stessa per poterle potenziare e sfruttare al meglio per servire l’intelligenza umana che è la sola che può operare nel mondo.
L’intelligenza Artificiale può scrivere un testo perfetto, ma non potrà mai provare curiosità, dubbio, passione, qualità prettamente umane.
Agostino A. Combatti























