
Un compito di realtà
Introduzione prof.ssa Silvestri Isabella _ docente di tecniche di comunicazione

Si apprende attraverso tre canali: attivo, iconico e simbolico, come ci insegna il noto psico-pedagogista Bruner, ovvero “il fare”, “l’immagine” e “il codice linguistico e numerico”. Sarebbe riduttivo e non consono alla mente umana ignorare questi passaggi, per concentrare tutto l’insegnamento in modo esclusivo sulla lettura, il calcolo e contenuti teorici.
Il pensiero divergente (creativo) è alla base del problem solving e viene stimolato da un allenamento a ricercare soluzioni e strategie originali ad un problema. Servono da un lato conoscenze ma anche competenze e capacità empatiche per collaborare ad un obbiettivo comune. Requisiti essenziali nel futuro mondo del lavoro.
Gli studenti di questa classe terza ne hanno avuto la prova attraverso questa attività di carattere pratico che si è coniugata con una riflessione teorica. La narrazione di vissuti scolastici significativi dà valore ai nostri comportamenti e offre maggiore comprensione della realtà circostante.
Il racconto degli studenti
La scuola non deve solo preparare alla vita ma essere vita essa stessa, secondo l’attivismo del pedagogista J. Dewey che ha rivoluzionato i metodi scolastici americani.
Si apprende meglio attraverso l’azione e l’esperienza anche in aula.
Una testimonianza di “compiti di realtà” richiesti dalla riforma degli Istituti professionali che, oltre ad essere una peculiarità dell’apprendimento efficace, rappresentano il valore aggiunto di questa tipologia di scuole superiori.
Durante i mesi di marzo e aprile, la nostra insegnante di lettere e storia, Rizzo Antonella, ci ha proposto di partecipare ad un progetto intitolato “Zero Waste” (zero sprechi) sull’ecosostenibilità, che faceva parte di un’iniziativa internazionale nell’ambito dell’Erasmus.
Fin da subito abbiamo capito che sarebbe stata una novità interessante e un’opportunità per mettere in gioco la nostra creatività a scuola.
Abbiamo raccolto e portato a scuola bottiglie e altri materiali in plastica, poi la prof.ssa ci ha dato alcune istruzioni mostrandoci l’obbiettivo da raggiungere e cosa avremmo potuto costruire anche attraverso esempi alla lim.
Un gruppo di noi ragazzi ha cominciato ad esporre alcune idee poi durante le lezioni, anche di altre materie, abbiamo ritagliato e assemblato i vari pezzi per costruire vari oggetti funzionali all’uso domestico o di carattere decorativo. In particolare siamo stati apprezzati per una fioraia a quattro piani sui quali abbiamo posizionato alcune piantine verdi all’interno di vasi di plastica.
Inoltre abbiamo realizzato anche altri oggetti:
- con le cassette nere del mercato ortofrutticolo, abbiamo costruito alcuni scaffali a forma di libreria;
- con alcuni tappi e stuzzicadenti da spiedini, invece abbiamo costruito dei vasetti di fiori ornamentali;
- con altre bottiglie abbiamo realizzato alcune palme decorative;
- con i cartoni del latte e i tappi siamo riusciti a produrre degli autobus giocattolo o ad uso salvadanaio;
- con alcune bottiglie posizionate in forma cubica abbiamo realizzato anche dei bidoncini per la raccolta differenziata.



Dal nostro punto di vista, è stato bello collaborare tra noi durante le ore scolastiche nella costruzione di qualcosa di nostro e personalizzato, che tra l’altro non si trova in vendita.
Inoltre ci siamo divertiti perché non svolgevamo queste attività pratiche e ludiche dai tempi della scuola primaria. Infine abbiamo scoperto cosa si può fare di utile con la raccolta differenziata che se da un lato richiede tempo ed energie a noi cittadini, dall’altro abbiamo capito che nel nostro piccolo può essere utile per una giusta causa: salvaguardare il Pianeta.
Pin Nicole e Filippetto Aurora – classe 3I accoglienza turistica