

Il percorso di guarigione da un disturbo alimentare
Questa è la testimonianza di Angelica, seguita al Centro Food For Mind Venezia, che parla del suo percorso di cura verso la guarigione dal disturbo alimentare paragonandolo a una montagna russa, al Blue Tornado, ad un percorso molto difficile fatto di “alti e bassi”, proprio come nella famosa giostra.
Anche se è molto complesso – afferma Angelica – “una cosa è certa: non abbiate paura di fidarvi, di mettervi in discussione, di approfondire a uno a uno gli ostacoli su cui inciampate, le paure, le convinzioni che vi portate dietro da una vita. Scavate e scavate ancora perché ne uscirete vincitori, più sicuri di voi e capirete tutto, capirete i legami, le connessioni tra le vostre azioni e i vostri pensieri, analizzerete le motivazioni e le conseguenze. E solo allora sentirete di conoscervi appieno, a 360°”.
Da un disturbo alimentare si può guarire.
Dott.ssa Chiara Cecchetti – Psicologa Psicoterapeuta
Food For Mind Mestre Venezia
La testimonianza di Angelica
Qualcuno lo definisce un’altalena, altri lo paragonano alle scale mobili, qualcun altro a una montagna altissima da scalare.
Di cosa stiamo parlando? Sì, del percorso di guarigione da un disturbo alimentare (DCA), sia esso anoressia nervosa, bulimia, binge eating disorder ecc.
Io, invece, lo descriverei più come una montagna russa, un giro sul Blue Tornado, se siete stati a Gardaland. A mio avviso, infatti, durante il percorso di guarigione non si attraversano soltanto alti e bassi, salite e discese, ma veri e propri giri della morte, curve paraboliche e frenate improvvise. Forse vi chiederete perché o come sia possibile… cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice.
Innanzitutto, risulta FONDAMENTALE affidarsi ad un centro, ad un’equipe di professionisti specializzati nella cura di questi mostri. So che è difficile, che quando si è “dentro” ci si sente potentissimi, pieni di energia e non si crede di aver bisogno di nessuno, ma questa energia, questo controllo ossessivo che vi rende forti sta in realtà nutrendo sempre più il vostro nemico, che a sua volta ingurgita cibo a più non posso, ingigantendosi e controllandovi sempre più, a vostra insaputa.
A voi non sembra, ma inconsciamente comincerete a limitare le uscite, a rinunciare a quel gelato o al cinema con gli amici, solo per paura di sfuggire al VOSTRO controllo, paura che qualcuno vi offra i popcorn e che voi non riusciate a dire di no.
Solo il percorso terapeutico vi permetterà, infatti, di diventare consapevoli di come agisce la malattia, di riconoscerne i meccanismi subdoli che la governano e pian piano di smantellarli. Non sarà facile, ci saranno ricadute e situazioni in cui sarà Lei a vincere, ma la vostra costanza vi ripagherà.
Perché, alla fine, a chi piacciono le cose facili?
Pian piano comincerete a comprendere che se siete stanchi dopo una lunga giornata, prendere l’ascensore al posto delle scale è una piccola vittoria, che un bicchiere di vino per festeggiare un bel voto non vi renderà una persona peggiore, che se desiderate tanto quella brioche in pasticceria è meglio prenderla e assecondare la vostra voglia, per evitare di mangiarne dieci chiusi in camera.
Ci vorrà tempo, tanto, ma alla fine vi renderete conto da soli che non ci deve sempre essere un motivo per uscire a cena, per scegliere la pasta, per mettere l’olio sulle zucchine o per NON andare in palestra. Semplicemente la vita non può essere controllata e va bene così, la priorità, ve ne accorgerete, saranno le relazioni, i rapporti sociali, i vostri amici, la vostra famiglia, il vostro partner.
Veniamo a noi. Come spiegare i giri della morte e le frenate improvvise? Beh, può succedere, e io ne sono l’esempio, che non vi troviate bene con i professionisti che vi seguono. Non vi sentite capiti, accolti. Non pensateci troppo, cambiate. Non siamo fatti per piacere a tutti e ognuno di noi ha caratteristiche diverse compatibili con determinate persone.
Dopo due centri e quattro anni di malattia sono approdata a Food For Mind di Venezia. A me sono stati necessari altri tre anni di terapie SETTIMANALI, ma ora posso solo ringraziare la mia psicoterapeuta che mi ha salvata. O meglio, io lo dico sempre, ma lei mi ricorda che sono stata IO a voler essere salvata. Non è stato comunque un percorso lineare, ho avuto tante ricadute ma ogni volta avevo comunque acquisito un tassello in più che mi permetteva di indebolire la malattia. Un po’ come accade tra Harry Potter e Voldemort quando Harry trova gli Horcrux, per capirsi.
Ho pianto, tanto, ho riso, ho trovato in me una forza incredibile che non sapevo di avere.
Una cosa è certa: non abbiate paura di fidarvi, di mettervi in discussione, di approfondire a uno a uno gli ostacoli su cui inciampate, le paure, le convinzioni che vi portate dietro da una vita. Scavate e scavate ancora perché ne uscirete vincitori, più sicuri di voi e capirete tutto, capirete i legami, le connessioni tra le vostre azioni e i vostri pensieri, analizzerete le motivazioni e le conseguenze. E solo allora sentirete di conoscervi appieno, a 360°.
In ultimo, non abbiate fretta: a me sono voluti sette anni, a qualcuno due, ad altri dieci. Non esiste una regola, se non VOLERE È POTERE, ve lo assicuro.
E per riprendere la metafora della montagna russa… nonostante le ripide salite e le frenetiche discese, le curve, le frenate e i giri della morte, quando si scende si è felici, un po’ scombussolati sì ma energici e pronti a ripartire.
Vi lascio con una frase che mi sta molto a cuore e che ho impressa sulla mia pelle: “voi siete il vostro unico limite”.
Angelica
Food For Mind Mestre Venezia – Centro per la Cura dei Disturbi Alimentari
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Tel. 333/4722517
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