Le maschere quotidiane

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Oggi mi sono svegliato e, non sapendo quale maschera avrei indossato, ho deciso di fare una rassegna di quelle che uso più spesso.
Ecco le principali:

  • Studente
  • Amico
  • Figlio
  • Quella che indosso quando penso di essermele tolte tutte

Ho deciso di scrivere questo articolo a Carnevale perché, con la festività alle porte, non c’è periodo migliore per parlare di maschere.
Ci terrei ad aggiungere, inoltre, che credo che ogni persona abbia almeno una maschera, ma forse nessuno è conscio di quante ne abbia, e magari ne sta indossando una anche mentre sta leggendo questo articolo.
Se si è accorto di starne indossando una, prego il lettore o lettrice di togliersela.


La maschera da studente

Partiamo dalla prima maschera, quella che praticamente ogni adolescente indossa quasi ogni giorno: quella da studente.
Qualsiasi ragazzo/a, quando fa qualcosa di scolastico controvoglia (ovvero la maggior parte delle volte), indossa la maschera con cui si convince che in realtà quello che sta facendo gli piace, che gli servirà in futuro, che è per il suo bene o che, semplicemente, deve rassegnarsi, e si mette a testa bassa a farlo.
Poi, magari, ad una convinzione di quelle sopracitate, o ad un’altra, lo studente, o studentessa, ci crede davvero.

Secondo me questa maschera non regge per sempre: solitamente, infatti, chi indossa troppo questa maschera, è perché ha sbagliato scuola o la classe in cui si trova, oppure non ha voglia di impegnarsi abbastanza, e ad un certo punto del suo percorso scolastico si trova ad una scelta.
In quel momento si sta tenendo a galla nel mare scolastico, quasi in balia delle onde, e può scegliere se affondare, cambiando scuola o classe o evadere il problema che gli impedisce di raggiungere il suo massimo, oppure può iniziare a nuotare, rimettendosi in carreggiata, cominciando a riempire le lacune che si sono formate nel tempo e contemporaneamente cercare di restare al passo con la classe.

Per tutti arriva il momento di questa scelta, e prima arriva e meglio è, perché si prende prima coscienza della situazione e si ha più tempo per decidere, senza fare scelte affrettate.


La maschera dell’amicizia

Passiamo alla seconda maschera: quella dell’amico o amica.
Questa è, secondo me, la maschera più bella e la più difficile da togliere quando ci si accorge che ci sta facendo troppo male. L’effetto di questa maschera è di privilegiare l’amicizia con qualcuno più di tutto e tutti.

Il suo problema è che è bello stare assieme agli amici, o alle amiche, e magari con certi, o certe, la maschera non sarà più un problema, perché quando sarete con queste persone la maschera si toglierà da sola, perché nel proprio subconscio si sa che con loro, con quell’amico, o quell’amica, siamo e possiamo essere noi stessi, senza veli.

La fregatura arriva se, quando ci si trova con alcuni “amici” o “amiche”, la maschera non si toglie, e non ci si trova mai completamente a proprio agio.
In quelle situazioni si deve solo capire che con queste persone non sarete mai voi stessi, nonostante magari l’amicizia sia di lunga data.
Allora o si prova a chiarirsi, o bisogna limitare al massimo le interazioni con queste persone, perché non si è apprezzati per chi si è veramente.


La maschera del figlio

Continuando con la rassegna, si passa alla maschera del figlio, o figlia.
Questa maschera è, a mio parere, la più brutta, perché permette di nascondersi dalle persone che vi vogliono più bene: i propri genitori.

Una delle cause di questa maschera è la volontà di non voler aggiungere preoccupazione alla già complicata giornata dei nostri genitori.
Secondo me è un nobile scopo, ma estremamente dannoso quando porta all’estremo, ovvero quando si arriva alla situazione in cui i genitori non hanno la minima idea delle emozioni dei propri figli, e non ne sono minimamente consapevoli, tanto che, a volte, non sanno nemmeno dove si trovino.

Con questo non voglio certo dire che i genitori dovrebbero sapere dove si trovano i loro figli ogni secondo della loro vita, ma sottolineo che è giusto che i figli parlino con i genitori dei loro timori, delle loro esperienze e delle loro emozioni.
Ciò non significa che i genitori debbano essere i migliori amici dei propri figli, ma che è giusto e sano che ci sia una relazione di confidenza, pur sempre rispettando la differenza d’età.

Per quel che vale, la mia opinione è quella che questa maschera sia la prima da togliere, perché credo che più il tempo avanzi e più sia difficile creare un rapporto con i propri genitori.


La maschera dell’autenticità (forse)

Infine, l’ultima maschera che ho trovato è quella che sto indossando in questo momento.
E sapete qual è il suo punto di forza principale? Non è una maschera. O almeno credo.

Alberto Cinquini

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