Paola Drigo

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New York, NY - January 6 1872: Group gathering with Lady playing cello, men with instruments, child singing family and friends gathering in a parlor. line drawing art 1800. Illustrative Editorial

La prima donna a frequentare il Liceo Canova di Treviso

Paola Bianchetti, conosciuta come Paola Drigo (Drigo è il cognome del marito che prenderà ad usare dopo il loro matrimonio), fu una scrittrice veneta attiva nei primi anni del novecento. Donna colta ed emblema dell’emancipazione femminile veneta ed italiana, fu la prima donna a frequentare il liceo Canova di Treviso, fino a quel momento ad esclusivo accesso maschile.

La sua figura mi ha fin da subito appassionata in quanto, nonostante sapessi che il nostro liceo, il Canova, inizialmente non fosse un liceo aperto alle donne, non avevo mai pensato a chi avesse potuto essere la prima ragazza ad essersi iscritta, e mi ha stupito che una figura importante, a livello letterario e di emancipazione femminile, del nostro territorio come lei sia stata quasi dimenticata.

Paola Bianchetti nacque il 4 gennaio 1876 a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso.

Suo padre, l’avvocato Giuseppe Valerio Bianchetti, che aveva combattuto con Garibaldi in Trentino nel 1866 e era grande amico di Carducci, volle per la figlia un’educazione laica e di alto livello. La giovane passò gli esami di terza media da privatista e il padre, in accordo con gli interessi della figlia, la voleva iscrivere al rinomato liceo Canova. Inizialmente il preside cercò di far cambiare idea al padre di Paola, poiché riteneva che avere una figura femminile all’interno della scuola avrebbe costituito una distrazione dallo studio per tutti gli altri studenti maschi. Chissà cosa direbbe il preside di quell’anno se venisse a sapere che ormai il liceo Canova è quasi frequentato interamente dalle sue tanto temute studentesse di sesso femminile.

Fu così che Paola iniziò il suo “particolare” anno come studentessa del nostro liceo.

Particolare perché fu istituito un regolamento speciale tutto per lei, che consisteva in una serie di “norme cautelari” per circoscrivere al minimo i danni della sua presenza femminile che poteva “turbare” la tranquillità scolastica.

Alcune di queste fantomatiche regole furono riportate in un’opera del compagno di banco di Paola, Bruno Lattes. In sintesi, questo regolamento suonava così:

1) Paola Bianchetti si sarebbe seduta in prima fila a destra verso la cattedra, in un banco tutto per lei;

2) al suo fianco si sarebbe seduto Bruno Lattes perché ritenuto dal consiglio dei docenti giovane e puro, dunque adatto, al contrario degli altri compagni, che si sarebbero seduti in ordine crescente di età e grandezza, in maniera che i ragazzi ritenuti più “pericolosi” sarebbero stati alla distanza massima possibile da Paola;

3) Paola entrava 5 minuti dopo e usciva 5 minuti prima degli altri compagni in modo da evitare ogni contatto con loro;

4) il sotto-bidello Emilio le faceva in sostanza da guardia del corpo, controllando che tutte queste norme venissero rispettate. Entrava 5 minuti prima della fine della scuola, e pronunciando le parole “fuori signorina” invitava Paola ad uscire dalla classe.

Più che una scuola sembrava forse un carcere per la povera Paola che non poteva avere quasi contatti con nessuno a causa delle regole stabilite, ma nonostante ciò gli “assalti” alla giovane ci furono, dato che era inconsueto per i giovani uomini dell’ottocento vedere una ragazza da sola, soprattutto in un ambiente ad uso esclusivo maschile, e dato che aveva colpito tutti con la sua intelligenza e bellezza (era alta snella e portava una chioma di ricci capelli bruni, spesso acconciati un una lunga treccia scura).

Sfortunatamente l’avventura canoviana di Paola si concluse quell’anno, quando a seguito della morte del padre la famiglia fu costretta a farle cambiare scuola per problemi economici. Certo fu breve, ma si concluse nel migliore dei modi, dato che lei e il suo amico Bruno furono gli unici due della classe ad essere promossi quell’anno senza materie da recuperare.

Il 20 ottobre 1898 Paola si sposò con Giulio Drigo, un ricco proprietario terriero, e abitarono per un primo periodo a Padova, poi in provincia di Vicenza, dopodiché iniziarono a viaggiare in Italia ed in Europa. A Milano pubblica la sua prima novella, “Ritorno”, nella rivista “Letture” nel 1912, e nel 1936 scrive la sua opera più famosa “Maria Zef” che parla di una ragazza di 15 anni, Maria Zef appunto, che vive in estrema povertà con la madre, la sorellina e lo zio. Si tratta di un romanzo post-naturalista, toccante e potente che tratta in maniera approfondita della condizione femminile, soprattutto nelle classi basse e povere della popolazione. Questo romanzo fu anche nominato per il premio Viareggio, e purtroppo non vinse per una manciata di voti; ma da esso furono tratti in seguito due film.

Paola Drigo morì il giorno del suo sessantaduesimo compleanno il 4 gennaio 1938 a Padova, dove era andata ad abitare dopo la morte del marito.

In conclusione, in questo articolo ho voluto raccontare la storia di questa donna, che fece davvero la storia del nostro Liceo e della nostra regione, come donna ma anche come scrittrice. Le sue opere mettono a nudo la condizione femminile e della sua epoca, e per certi punti di vista risultano moderne, e riflettono temi che riguardano, purtroppo, ancora il nostro secolo. Ringrazio infine l’associazione Progetto Donne Veneto che mi ha aiutato ad approfondire la vita e la storia di questa donna straordinaria.

Asia Battistella

Bibliografia
IL LICEO CLASSICO ANTONIO CANOVA due secoli di storia di un’istituzione scolastica (articolo di Maurizio Baldin “La prima studentessa del Liceo Canova: Paola Bianchetti e il romanzo Maria Zef)

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