Effetti positivi e negativi
La sfida. L’idea di sfidare i propri limiti è intimamente legata alla natura umana e può essere considerata un modo per esplorare i confini del proprio corpo e delle proprie capacità. Anche internet e i social network possono offrire strumenti per mettersi alla prova, svolgendo un ruolo importante nel rapporto con se stessi e gli altri: il desiderio di sfida declinato positivamente può essere una reale occasione di crescita e conoscenza. In ambito studentesco, possiamo ricordare i concorsi letterari per ragazzi, le olimpiadi della matematica, i giochi della chimica e i giochi sportivi studenteschi, che rappresentano un percorso di avviamento alla pratica sportiva in diverse discipline. Mentre, se passiamo dall’offline all’online, consideriamo le challenge o sfide social.
Che cosa sono le challenge online? Le challenge online sono contenuti diventati virali nei quali una o più persone si mettono alla prova in una particolare attività, invitando spesso altri utenti a fare lo stesso. Se le sfide nascono e si diffondono principalmente sui social network, il fenomeno viene denominato social challenge. Hanno un formato ormai consolidato: si tratta di un video che mostra una performance e che, una volta pubblicato in Rete, acquisisce popolarità grazie alla condivisione o all’imitazione nei social. Centrale è la presenza dell’utente-protagonista che si immortala o viene filmato da qualcun altro durante l’esecuzione di un’azione. A seconda dei casi, l’invito a mettersi alla prova può essere esplicito, attraverso gesti o parole dirette, oppure può essere sottinteso, stimolando indirettamente la curiosità e la voglia di sfida degli spettatori.
Esistono challenge divertenti, originali e creative, che possono essere anche istruttive, educative e avere uno scopo benefico. Ad esempio: la Mannequin Challenge, sfida che prevede la registrazione di un video all’interno di una stanza in cui tutte le persone devono restare immobili come se il tempo si fosse fermato, la Speed drawing challenge, competizione che prevede di disegnare lo stesso soggetto prima impiegando 10 minuti, poi 1 minuto e infine soltanto 10 secondi e la Trashtag Challenge, una gara amica dell’ambiente che consiste nel pulire una zona del proprio quartiere condividendo sui social una foto prima e dopo con l’hashtag #trashtag.
Aspetti negativi. La sfida può però diventare pericolosa se declinata nel modo sbagliato. Con la diffusione nei social il pubblico è potenzialmente enorme e coloro che partecipano cercano una visibilità e accettazione tramite “like” e commenti, per cui i contenuti che diventano virali raggiungono la popolarità e il rischio emulazione è molto forte. La pressione tra pari gioca un ruolo importante: imitare e impressionare i propri amici sancisce o rinforza il senso di appartenenza ad un gruppo. Tra le possibili conseguenze è importante considerare l’effetto di amplificazione della Rete di dinamiche negative, per cui le challenge online possono diventare strumenti di cyberbullismo, quando vengono realizzate con la precisa volontà del protagonista di ledere l’altro. Alcune challenge, infatti, hanno una forte connotazione negativa perché inducono i ragazzi a compiere atti di autolesionismo o azioni pericolose.
Aspetti positivi. È importante riconoscere che le sfide online variano enormemente e non sono tutte problematiche: sono anche una pratica diffusa di produzione e condivisione di contenuti, diverse tra loro e negli intenti, ci sono challenge a scopo benefico per raccolta fondi o che puntano a sensibilizzare l’opinione pubblica su un dato tema, come nel caso della ice bucket challenge (sfida del secchio ghiacciato), che prevede di filmare una persona mentre si versa o si fa versare sulla testa un secchio d’acqua ghiacciata e deve nominare altre tre persone che fanno la stessa azione in 24 ore. La challenge è stata lanciata dalla ALS Association con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla sclerosi laterale amiotrofica e raccogliere donazioni per la ricerca scientifica, incitando ogni partecipante a donare una qualsiasi cifra all’associazione. Oltre alla beneficenza, le challenge virtuali possono fungere anche da grande palcoscenico dove hanno luogo duelli virtuali tra amici, come le sfide culinarie e sportive. Un altro esempio, è la PizzaChallenge, diffusa dal tennista Yannick Sinner che ha invitato i suoi followers a riprodurre su una pizza homemade il volto di un personaggio italiano e, per ogni foto condivisa con l’hashtag dedicato, lo sportivo e la sua società hanno donato attrezzature mediche per la lotta contro il COVID-19.
Perché si partecipa? Le motivazioni che spingono molte persone a partecipare possono essere:
- Raggiungere popolarità e visibilità: le challenge online offrono l’opportunità di ottenere un alto numero di visualizzazioni e di raggiungere una certa popolarità in Rete. Questa ricerca di popolarità può essere un incentivo per molti partecipanti.
- Far parte di una tendenza: partecipare a una challenge online consente alle persone di unirsi a una tendenza o a un fenomeno in corso in tempo reale. Contribuire alla creazione di contenuti di tendenza può essere un fattore motivante.
- Sfida personale: alcuni partecipanti si sentono stimolati dalla sfida stessa. Vogliono mettersi alla prova e dimostrare le proprie abilità o creatività nel contesto della challenge.
- Appartenenza a una community: partecipare a una challenge online può fornire un senso di appartenenza a una comunità o a un gruppo di persone che condividono gli stessi interessi. Questa connessione sociale può essere gratificante e motivante.
- Divertimento e intrattenimento: le challenge online possono essere divertenti da fare e da guardare. La componente di intrattenimento può essere un motivo sufficiente per partecipare e coinvolgersi nelle sfide.
Rischio di dipendenza? Le challenge online possono diventare negative quando esprimono aspetti di rischio come il cyberbullismo, l’autolesionismo e diventano strumenti d’incitamento a compiere azioni aggressive verso altre persone, o possono contribuire ad instaurare una dipendenza da internet e da gioco, poiché diventa sempre più indispensabile condividere video e apprezzare quelli fatti da altri per appartenere ad un gruppo e mantenere un’immagine di sé. I campanelli d’allarme sono l’aumento del tempo trascorso online e giocare più a lungo di quanto si vorrebbe. Altri segnali importanti sono la perdita di interesse nei confronti di attività della vita reale, ad esempio per gli amici e lo sport.
Se nel tuo comportamento osservi la presenza di alcuni di questi effetti negativi e vuoi parlarne, puoi chiedere aiuto ad un professionista per moderarne l’uso.
Se i genitori si accorgono di alcuni effetti negativi delle challenge online sui loro figli, possono rivolgersi per ricevere informazioni o chiedere una consulenza allo Sportello dedicato all’interno del Servizio Dipendenze.
Per genitori e ragazzi è possibile contattare un professionista presso:
Sportello S-collegati:
Servizio Dipendenze “La Madonnina”, 3° Piano
Via Castellana 2,
Tel: 353 4204911