D.A.D.A.

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Didattiche per Ambienti Di Apprendimento

Lo scorso quindici maggio, presso l’Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci di Mestre, la Dirigente scolastica Dott.ssa Michela Manente, mi ha invitato a esporre – a una ampia platea di docenti – le basi teoriche e applicative del modello D.A.D.A. Didattiche per Ambienti Di Apprendimento. E’ stata un’importante occasione di confronto e di crescita per rielaborare le routine didattiche alle quali siamo abituati.

Se facciamo un’estrema sintesi della classica lezione, questa si basa su una dinamica ripetuta quanto monotona: (1) gli allievi stanno nella loro aula; (2) arriva il prof con la sua materia; (3) quando ha finito lascia il posto a quello seguente. Un contesto risaputamente caratterizzato da noia, stanchezza, perdita di concentrazione e di motivazione dell’allievo, e anche del docente.

Il modello D.A.D.A. propone una “caratterizzazione” delle aule le quali diventano specifiche per ciascuna materia. Si abbandona il loro anonimato e le si trasforma in ambienti “dedicati” a una disciplina specifica, arredati in modo coerente con la disciplina medesima. All’allestimento degli ambienti possono, anzi devono, contribuire tutti, docenti, allievi, il personale scolastico e le stesse famiglie coinvolgendo tutti in un progetto di grande respiro. In tal modo si stimola la motivazione allo studio, la partecipazione attiva alla lezione, il senso della collettività, della responsabilità, con un approccio palesemente trialogico.

Il modello si ispira ai principi dell’attivismo di John Dewey (puerocentrismo e Learning by doing) e del costruttivismo di Lev Vygotskij, prevedendo la “trasformazione” delle aule in veri e propri laboratori per storia, matematica, letteratura e via dicendo, differenziandosi rispetto al tipo di scuola. Nella primaria, per esempio, si distinguono aule per l’area tecnico-scientifica e umanistico-artistica. Questa rivoluzione conduce gli allievi a spostarsi da un ambiente all’altro. Il movimento che ne consegue contribuisce ad attenuare lo stress, con vantaggi che spaziano dalla maggiore attenzione alla maggiore ritenzione dei contenuti. L’allievo meno stressato inoltre non disturba e nemmeno cerca distrazione chiedendo continuamente di andare al bagno.

Il D.A.D.A., questo è bene ricordarlo, non è un modello statico pronto all’uso, va adattato al contesto e alla tipicità delle risorse coinvolte. Si tratta di un invito a riorganizzare la scuola, gli ambienti di apprendimento e l’attività didattica in una prospettiva FLESSIBILE.

Alessandro Fort
Psicologo formatore, scrittore e docente

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