Studiare da soli o in compagnia?

0
322

Aprile conferma l’arrivo della primavera, ma di fatto completa con la Pasqua il trittico vacanziero (col carnevale) all’interno dell’anno scolastico. In realtà aprile ci ricorda pure che quest’ultimo – l’anno scolastico per l’appunto – sta volgendo al termine e il tempo a disposizione scarseggia. Che ci aspettino gli scrutini o gli esami di maturità ci si gioca tutto il lavoro fatto da settembre. Arrivano verifiche da ogni direzione, non resta che studiare e affrontare le ultime sfide. Sorge tuttavia un dubbio: meglio da soli o assieme a qualche compagno di classe?

Ciascuno di noi sviluppa nel tempo un proprio metodo di studio, spesso caratterizzato da dettagli e strategie più o meno originali, la cosa importante alla fine è che funzioni.

Ma tornando alla nostra domanda, meglio da soli o in compagnia?

Lo studio solitario favorisce la concentrazione, quello di gruppo il confronto, due aspetti molto importanti e complementari per comprendere appieno i contenuti. In effetti in entrambi i modi si impara, ma non si può dire che siano del tutto uguali. Lo studio solitario permette appunto di concentrarsi, un ottimo modo per affrontare argomenti sconosciuti. Nella concentrazione – di quello che io definirei del religioso silenzio – si ha modo di comprendere e acquisire i contenuti fino alla loro memorizzazione. Solo così si ha la possibilità di individuare gli argomenti principali e poi i dettagli.

A questo punto il confronto con altre persone diventa costruttivo in quanto si ha la possibilità di inquadrare meglio quanto memorizzato, di comprendere dettagli che magari non erano perfettamente chiari e confrontarsi insomma con lo stesso testo ma memorizzato dalla prospettiva di altre persone. La cosa fondamentale è che la persona con cui ci si raffronta sia allo stesso nostro livello, altrimenti si rischia di creare un confronto inutile, col rischio di perdere tempo. Con gli altri si rivede, si ripassa, si ripete e si colmano lacune più o meno rilevanti.

Quindi, ribadiamolo, prima si studia da soli e poi eventualmente… si ripassa assieme.

Alessandro Fort
Psicologo formatore, scrittore e docente
Facebook
Instagram
https://fortalessandropensiero.blogspot.com/

Previous article“la Salamandra” n.87
Next article“Aperitivo silenzioso”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here