Educazione alla cittadinanza attiva

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Lunedì 23 e mercoledì 25 gennaio due agenti della Polizia Locale, Daniele e Rebecca, hanno tenuto alle classi prime due lezioni sull’educazione alla cittadinanza attiva, spiegando cosa significherebbe vivere in una società senza regole.

Attraverso delle riflessioni guidate i ragazzi hanno capito che senza delle leggi nessuno sarebbe libero e i deboli soccomberebbero; un cittadino è quindi una persona che è orgogliosa della sua città e si sforza di renderla migliore, ne conosce la storia e i servizi che offre; ma cosa accade ad un cittadino dopo aver compiuto 14 anni? Di fronte alla legge è imputabile di un reato, quindi può finire nel carcere minorile, mentre le sanzioni economiche ricadono sui genitori fino ai 18 anni.

Proprio per evitare queste spiacevoli conseguenze, la polizia ha illustrato in cosa consiste il bullismo diretto ed indiretto, le sue tipologie (verbale, fisico, psicologico, sessuale, sociale, cyberbullismo) e ha delineato le “varietà” di bullo (cinico, amico, leader, aggressivo, ansioso) insieme agli altri attori: la vittima, il difensore della vittima, il sostenitore del bullo, gli spettatori esterni passivi.

La discussione è stata molto partecipata e ha portato a delineare quelli che sono i reati puniti dal Codice Penale, ovvero: percosse, lesioni, rissa, omicidio, istigazione al suicidio, atti persecutori.

In un momento così delicato che è l’adolescenza, in cui i ragazzi sono fragili ed insicuri, portati spesso ad imitare comportamenti poco empatici o addirittura violenti, questi incontri hanno portato chiarezza e voglia di approfondire l’argomento.

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