Vogliamo non avere paura – Incontro con Don Ciotti

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L’8 febbraio scorso si è tenuto, presso l’aula magna dell’Istituto Palladio a Treviso, un incontro aperto al pubblico con don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e massimo esponente italiano nella lotta contro la mafia, figura, tra l’altro, rimasta sempre molta attiva nella formazione dei giovani.
L’ente organizzatore dell’incontro è stata la Consulta Provinciale degli Studenti che ha aperto le porte a tutti quelli che ne fossero interessati.
Dopo una breve introduzione della presidente della consulta, Jessica Peron, anche il dirigente scolastico dell’istituto Palladio, Giuliano De Menech, ha dato il suo benvenuto ai presenti. A seguire l’intervento di Giovanni Grillo, presidente coordinatore delle associazioni volontariato della provincia di Treviso e del centro di servizio, che ha offerto ai presenti una panoramica riguardo alle opere compiute dal sacerdote nella società .
Successivamente la parola è passata all’ospite d’onore, don Luigi Ciotti, che ha cominciato il suo intervento dando spazio alla sua esperienza, soffermandosi principalmente sui tratti salienti della sua formazione, cercando di coinvolgere l’assemblea sensibilizzandola sul problema di mafia, bullismo e tossicodipendenza.
Nella seconda parte dell’incontro, è stato lasciato spazio alle domande dei presenti, che non hanno palesato alcun timore riverenziale, offrendo una vasta carrellata di quesiti alle quali Don Ciotti ha approfonditamente risposto fornendo spiegazioni, collegandosi spesso al suo vissuto.
Don Ciotti ha rilevato che sarebbe necessario attivarsi quotidianamente in modo concreto nella lotta a partire dal “piccolo bullo” per arrivare a toccare “il grande boss”, dall’ambiente scolastico relativamente ristretto fino alla mafia che tuttoggi, anche se nascosta, incombe nelle città  e non solo del Meridione.
Molti gli avvenimenti passati in esame, utilizzati da Don Ciotti come esempi lampanti per far comprendere alla platea quale sia il grave pericolo a cui siamo sottoposti e a cui, spesso e volentieri, non facciamo caso.
Lo stesso meccanismo è stato utilizzato per l’argomento della tossicodipendenza verso la quale non ha lesinato toni forti e drammatici per entrare nel cuore dei giovani, per farsi partecipe attivo della loro vita, e per fare della loro crescita uno strumento di salvezza per quelli che sarebbero venuti dopo o soltanto per saper portare un esempio a chi è stato colpito da questa tragica condizione.
L’opinione generale che l’assemblea ha avuto dell’incontro è stata molto positiva: Don Ciotti, con il suo forte carisma, è riuscito a lasciare un piccolo, forte, messaggio nel cuore di ogni presente.
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