Disprassia generalizzata: sintomi, diagnosi e terapie

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Verbale e/o motoria, la disprassia è un’alterazione dello sviluppo che colpisce circa il 6% dei bambini, rendendo difficili semplici azioni e gesti quotidiani, determinando un ritardo nello sviluppo motorio o del linguaggio.

I bambini affetti da questo disturbo fanno fatica a compiere movimenti volontari in sequenza e ad automatizzarli. Possono, inoltre, presentare deficit o assenza di produzione verbale ed una certa difficoltà nella masticazione e deglutizione.

Se da un lato, gli esperti tranquillizzano i genitori confermando che la disprassia non ha niente a che vedere con un deficit delle facoltà intellettive, dall’altro mancano ancora risposte scientifiche definitive sulle cause all’origine di questo fenomeno.

Più certi, invece, sono i benefici derivati da un percorso terapeutico che preveda un mix di tecniche mirate.

Sintomi della Disprassia evolutiva (DCD)

Le prime fasi dello sviluppo (gattonare, camminare, autoalimentarsi) possono essere ritardate nei bambini con DCD.  Sebbene i segni della condizione siano presenti fin dalla tenera età, bisogna tener conto che i bambini non dovrebbero variare molto nelle loro tappe di sviluppo, ecco perché abbiamo voluto creare un breve elenco dei sintomi che devono far suonare il classico campanello d’allarme.

  • Ritardo nel raggiungimento delle tappe di sviluppo motorio;
  • goffaggine nei movimenti;
  • difficoltà di coordinazione non dovute a condizioni patologiche;
  • scarse capacità sportive;
  • disgrafia.

Diagnosi disprassia (DCD)

Solitamente una diagnosi definitiva non viene formulata prima dei 5 anni d’età. Tuttavia anche a 2 o 3 anni si possono vedere dei segni molto chiari di queste difficoltà. Tutti i bambini dovrebbero avere uno sviluppo psicomotorio entro i tempi stabiliti che sono molto stretti. Classificata come disturbo evolutivo della coordinazione motoria (DCD), per la diagnosi sono indicati tre criteri fondamentali:

  1. presenza di una marcata difficoltà o di un ritardo nello sviluppo della coordinazione motoria (performance inferiori rispetto agli altri bambini di pari età)
  2. difficoltà di coordinazione non dovute a condizioni patologiche mediche o traumi gravi;
  3. difficoltà che interferiscono con l’apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana.

Terapie per ridurre o eliminare la disprassia

Gli studi in ambito neuro-scientifico hanno ampiamente dimostrato come, ogni nostro movimento, sia generato da un’idea: vista, tatto, sistema propriocettivo e muscoli, lavorano insieme per produrre il movimento.

Ricerche recenti (Iverson e Thelen 2001) hanno evidenziato, inoltre, come le esperienze sensoriali del corpo giochino un ruolo essenziale nello sviluppo cognitivo, e come sussista, dunque, uno stretto legame tra percezione, azione e cognizione. In particolare, riveste un ruolo importantissimo la recettività sensoriale: i cinque sensi mettono l’individuo in relazione con il mondo circostante.

Lo sviluppo va inteso, dunque, come la capacità di far dialogare sempre e velocemente i vari sistemi percettivi e motori, in particolare il sistema visivo e uditivo devono coordinarsi con il sistema motorio per far sì che vi sia una risposta nei tempi giusti. I due lati del corpo devono lavorare insieme per avere una buona funzione.

Partendo da questa consapevolezza, usiamo da anni alcune terapie, già utilizzate con successo nel trattamento delle DSA,che si stanno rivelando efficaci anche nel trattamento della disprassia: come il metodo AIT di Berard e i prismi percettivi attivi.

Dott. Carlo Perissinotto
info@studioperissinotto.it

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