Questione di sguardi e di mare…

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Si è vero, la fiducia, la comunicazione, la simpatia, il sorriso… ma vogliamo parlare dello sguardo? Settembre: nuovi inizi, nuovi respiri, nuove conoscenze ma soprattutto tanti occhi; tanti occhi puntati addosso alle educatrici, che accolgono, spiegano, consolano, rispondono ai dubbi dei genitori e alle domande dei bambini; tanti occhi che si incrociano nei corridoi, che iniziano ad abituarsi a quegli spazi nuovi e ai quei sorrisi che aspettano di poter diventar “famiglia”.
Quegli occhi che parlano con sguardi.

Sguardi felici, sguardi curiosi, sguardi confusi, sguardi tristi e sguardi bagnati da qualche lacrima. Ma è da lì che tutto ha inizio, è da lì che il legame comincia a tessere il suo primo nodo.
Ogni mattina c’è un vero e proprio incrocio di fili e di colori che iniziano a dar vita ad un bellissimo manto.
La maestra non tarda a rivelare subito il suo sguardo: comunica subito con i suoi bambini quelle che sono le sue emozioni e la sicurezza che vorrà donare ad ognuno di loro, inoltre è pronta ad accogliere quelle dei suoi compagni di avventura.

I primi giorni gli sguardi delle mamme e dei papà sembrano dire “aiutami a vivere bene questo momento” oppure “avrò fatto la scelta giusta?” o ancora, “siamo contenti della scelta che abbiamo fatto, ma abbiamo paura! Guidaci”.

Ed è proprio in questo momento che gli occhi delle maestre, ben aperti e curiosi di vedere i nuovi visi che popoleranno sezioni, corridoi e giardino, diventano subito un po’ più piccoli, con curvatura dolce e accogliente, come a dire “siamo qui per voi e con voi, accogliamo non solo i vostri bambini, ma anche tutte le vostre insicurezze e le trasformeremo in sorrisi” e senza nemmeno accorgersene, in quelli di mamma e papà si inizia ad alzare il livello del mare: l’acqua salata si fa carico di tutte le preoccupazioni e dei pensieri che si sono ingranditi durante la notte prima del primo giorno e scende decisa per sancire quel momento, come a benedire quello scambio di contatto umano avvenuto tra loro.

Allora la maestra passa con fermezza delicata un fazzoletto, come fosse un testimone, per prendere il timone della barca e lascia che quel momento venga vissuto a pieno.

Perché lo sguardo, carissimi tutti, non è solo un attimo, ma è una questione, questione di educare.

E quel manto, quel manto tessuto da fili di sguardi, sarà un bel mare da navigare e da vivere.

Scuola dell’infanzia e nido integrato “Carmen Frova”, Treviso

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