A teatro per vedere l’invisibile

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Il valore di un progetto teatrale a scuola

Le origini sacre del teatro

Il termine “teatro” viene dal greco “theaomai”, “essere visti, avere delle visioni”. Guardando alle sue origini, però, scopriamo che non aveva un senso di intrattenimento come oggi. Nasceva, anzi, come qualcosa di sacro. Attraverso il teatro, la comunità della pòlis costruiva la sua identità civile, culturale, politica, religiosa, sociale. Era un “essere visti” nel senso che le rappresentazioni teatrali costituivano il momento in cui la società poteva “vedere se stessa” e riflettere. Il teatro portava anche a visioni di futuro, di verità: non c’era contrapposizione tra vero e falso, la dialettica era invece tra nascosto e rivelato, tra ciò che accadeva sulla scena o dietro la scena (“skené”, la tenda sacra).
E ciò che accadeva dietro la scena restava invisibile, se ne mostrava solo il risultato (per es. Medea uccide i figli dietro la skené, poi una piattaforma rotante li mostra già morti). Le cose “troppo sacre per essere viste” dovevano rimanere dietro la “tenda sacra”, dietro la scena.

Il significato profondo del progetto teatrale a scuola

Il progetto “Dire, fare, teatrare”, al netto dei 7 diversi spettacoli che ha portato sul palco coinvolgendo tutti gli alunni del plesso di Paderno, nessuno escluso, ha voluto essere un’esperienza di tutto questo. Una riflessione di ciascun bambino su di sé, sul vedersi reciproco e riconoscersi insieme come portatori di bellezza e di emozioni da conoscere e da imparare a manifestare (nel nostro “laboratorio dell’attore” abbiamo gridato, riso e pianto, fatto facce strane e giochi di ruolo, imparato a usare la voce e il corpo e a muoverci nello spazio e con ritmo…), ma anche una riflessione sulla società: con le notizie non incoraggianti su più fronti, tra risse e spaccio, abbiamo voluto portare il nostro contributo di umanità giocando d’anticipo con i bambini: se conosco me, so conoscere te e costruiremo insieme dei ponti.

Oltre lo spettacolo: la crescita invisibile dei bambini

Tutto ciò che è stato visto, dal lato del pubblico, sono stati bambini che hanno solo parlato su un palco, spesso per la loro primissima volta, che fosse per venti minuti o in spettacoli di oltre un’ora. Ma sarebbe bello sapere che qualcuno ha visto anche che stavano portando con sé un bagaglio di sogni e di voglia di essere ricordati come qualcuno che ce l’ha fatta, che si è accettato e che ha scavallato le proprie paure. Per me che li ho preparati uno ad uno, tutte le volte è stato magnifico vederli fiorire. I ritorni più belli sono stati bambini felici, che salutavano in corridoio con un sorriso libero; quelli del pedibus che sono diventati amici; quelli timidi che hanno preso coraggio; quelli più scalmanati diventati capaci di assumere delle responsabilità per il gruppo… Avrei più di 159 esempi da fare, almeno uno per la fioritura di ogni bambino. Ma ciò che accade “dietro la scena”… è troppo sacro per essere rivelato!

Docente Sara Bresolin
Istituto Comprensivo di Ponzano Veneto

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