Alla Scuola Primaria Primo Maggio
Anche quest’anno, le raccolte nell’orto e nel frutteto di settembre sono state per la scuola primaria Primo Maggio un modo di aprire con gioia l’avvio dell’anno scolastico proponendo un’attività di accoglienza coinvolgente per gli alunni di tutte le classi, non solo di prima.
Al termine dell’accoglienza delle classi prime, venerdì 20 settembre, le classi quinte hanno distribuito l’infuso della menta raccolta nell’orto scolastico e ad ogni classe è stata consegnata una bella ciotola ricolma dell’uva fragola raccolta dalle classi terze e quarte per degustarla con calma in classe. Nei giorni seguenti le classi prime hanno raccolto i pomodori e le fragole mentre le seconde le mele e le nocciole. Quindi nei giorni successivi le terze si sono cimentate nello sperimentare il processo che dalla fermentazione del mosto porta alla sua trasformazione in vino.
È questo un momento forte in cui la scuola viene percepita come comunità educante: gli alunni sanno che le raccolte autunnali sono il frutto del loro lavoro e che le loro piantine durante l’estate sono state accudite dai genitori che si sono resi disponibili a prendersene cura.
Nei giorni precedenti l’avvio delle raccolte, genitori – insegnanti – bambini si sono prodigati nel risistemare l’orto per le nuove semine.
Durante l’anno scolastico l’orto e il frutteto continueranno ad essere oggetto di studio in vari momenti che verranno definiti dai docenti in base alle loro programmazioni didattiche poiché gli alunni si cimentano non solo nel coltivare gli ortaggi ma anche nel ricercare informazioni sugli stessi, nel registrare le osservazioni scientifiche, nel misurare le distanze tra le piante, nel calcolare le aree occupate dalle coltivazioni, nel registrare le attività e le osservazioni fatte, nello scoprire come nell’economia familiare una volta fosse una risorsa importante… Possiamo dire che l’avere un orto ed un frutteto è un asso della manica per un fare scuola che vuole permettere agli alunni di scoprire con mano i fenomeni naturali, partire dall’osservare e porsi domande per arrivare a ricercare informazioni, progettare esperimenti ed arricchire le proprie conoscenze sviluppare ed applicare le competenze acquisite.
In particolar modo trova espressione l’educazione civica poiché prendersi cura dell’ambiente in cui si vive inteso come semplice giardino della scuola dove creare spazi per la riproduzione degli insetti impollinatori vuol dire cogliere come le azioni personali abbiano una ricaduta nell’ambiente e sia importante prendersi cura del luogo in cui si vive inteso non solo come luogo privato (la propria casa, la propria aula) ma pubblico (la mia scuola, la mia città).
La scuola ha sempre sperimentato una didattica inclusiva, volta a valorizzare la partecipazione attiva e responsabile degli alunni, attenta all’aspetto dell’educazione ambientale ed alimentare.
Prendersi cura dell’orto vuol dire imparare a collaborare, assumersi un impegno, godere dei risultati del proprio lavoro ed imparare ad aspettare che i germogli crescano, che i frutti maturino, imparare ad osservare come un fiore diventa frutto, accettare che a volte le cose non vanno come si vorrebbe e tu aspetti di mangiare le fragole e invece ti accorgi che anche un merlo goloso le gradisce.
L’idea è che il giardino della scuola può diventare il luogo in cui creare un’oasi per api e farfalle così come per altri animali che possono trovarvi rifugio (come i fagiani e i germani reali che sovente stazionano nel giardino). In questo modo l’avere un orto scolastico diventa per i bambini un’occasione per vedere che con il loro impegno possono fare qualcosa di importante per l’ambiente: gli orti scolastici possono essere un luogo in cui gli insetti impollinatori ed altri piccoli animali possono trovare nutrimento, riparo e riprodursi.
La docente responsabile degli orti scolastici dell’IC1 Arturo Martini
Lucia Biscaro