Il segreto del canto del bambino

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Ascoltare dei bambini cantare è un’esperienza che apre le porte di un mondo fantastico e porta l’adulto a valicare i confini del quotidiano per proiettarsi in quei mondi della propria infanzia consentendosi di fare dei percorsi a ritroso nella propria storia, fatta di armonie e spensieratezza, giochi e filastrocche, lievità e allegria. Si muovono canali percettivi che si agganciano a quel nostro io bambino che richiama il senso ludico e la gaiezza interiore.

Questo il sentire adulto, la percezione che l’ascoltatore ha di fronte ad un coro di voci infantili.

Come adulti educatori, sappiamo bene però che la valenza dell’esperienza corale per un bambino e una bambina è molto formativa.

Oggi i bambini sono spinti sempre più verso una produzione individuale, la scuola (già ai centri infanzia) li attiva alla competizione, lo sport li spinge a primeggiare, la vita stessa li butta dentro una corsa sfrenata verso il raggiungimento di obiettivi sempre più individualistici. Le nuove tecnologie fanno fare esperienze solitarie, spesso rinchiusi nelle loro stanze; allora la musica in gruppo e il canto corale sono ottimi per sperimentarsi con gli altri. Spazi, tempi, regole, obiettivi. L’esperienza del canto aiuta a condividere bello e brutto, alto e basso, diritto o storto…

L’esperienza corale consente al bambino di stare dentro una cornice predisposta dal maestro, ma anche dalla musica stessa. C’è una morbida rigidità che abitua il bambino a stare dentro criteri precisi e lo aiuta ad organizzarsi di conseguenza.

La preparazione di un piccolo concerto fa fare l’esperienza organizzativa, ma anche riflettere sulla propria modalità di porsi all’interno del gruppo, muove una organizzazione interna molto importante.

L’esperienza quotidiana dei nostri bambini, soprattutto per quel che concerne la vita assieme ai pari, è fatta di comportamenti spesso inconsapevoli, dove viene tolta sempre più responsabilità e viene attivata una iper protezione da parte del mondo adulto che impedisce l’acquisizione della responsabilità individuale.

Proviamo a pensare a tutte le volte in cui un adulto si mette a difendere a spada tratta un bambino, all’interno di un litigio con i suoi compagni e compagne. Adulti che non responsabilizzano i figli a prendersi colpe e conseguenze, e si schierano entrando in territori che dovrebbero essere vietati ai “maggiorenni”.

Chi lavora con i bambini, o chi è genitore, sa quanto la frenesia dei “tempi moderni” (come direbbe Charlie Chaplin) ci fa commettere errori grossolani ma non per questo non importanti. Tendiamo a fare “al posto di”, a sostituirci ai bambini. Questo nelle cose più semplici (legare le scarpe, indossare un golf o abbottonarlo, preparare la cartella) come in quelle più complesse (anticipare pensieri ed emozioni).

Sostituirsi al bambino e alla bambina significa privarli della possibilità di imparare sia sul versante del “fare” che sul versante dell’”essere”. Spesso significa anche impedirgli di sbagliare e l’errore è molto importante in un processo di apprendimento e di crescita.

Con l’esperienza del canto il bambino e la bambina, grazie all’accoglienza dell’educatore (maestro) e al confronto con gli altri, impara a relazionarsi e a “fare da sé” sia in senso emotivo che pratico.

All’inizio ogni bambino non sa come si canta, pian piano diventa autonomo e sa attivare sue risorse interne, assieme alla messa in pratica delle “regole d’uso” che il maestro gli insegna. Ma il maestro non può cantare per lui, così come non lo può fare nessun compagno. Sarà lui/lei autonomamente che imparerà a mettere del suo, a far uscire voce e tanto altro.

Paola Cosolo Marangon
Formatrice in area psicopedagogica e scrittrice

Diventare Grandi propone corsi di musica per bambini da 0 a 8 anni (Musicainfasce®, Avvicinamento alla Musica e Crescere con la Musica). I corsi sono tenuti dal maestro Roberto Spremulli, musicista didatta specializzato A.I.G.A.M. https://aigam.it/insegnanti-aigam/roberto-spremulli/ e musicoterapeuta.

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