Educare deriva dal latino educere, cioè tirare fuori, ma anche allevare, condurre. Il compito di un genitore quindi è quello di tirar fuori dal bambino le sue potenzialità, le sue risorse e dall’altro lato quello di accompagnare il figlio lungo il percorso della vita.
Sappiamo quanto manchino ai genitori di oggi modelli di riferimento che un tempo si potevano tranquillamente imitare. Non è giusto però andare a fare dietrologie: un tempo c’erano modelli ma mancava l’ascolto del bambino. Un bambino aveva esclusivamente doveri e non era soggetto di diritti.
La famiglia di oggi è una famiglia che mette al primo posto la relazione, l’affettività. Anche il mondo educativo in genere rifiuta quei comportamenti rigidi appartenenti alla pedagogia del passato. Non è facile però riuscire a far combaciare la necessità di essere fermi e normativi e il desiderio di essere affettuosi e amorevoli.
Mamma e papà vivono di frequente il senso di colpa per non riuscire a stare tutto il tempo che vorrebbero con i loro bambini, oppure per non riuscire a dare tutto ciò che vorrebbero ai loro figli. Un’altra componente importante è la fatica che fa il genitore a soddisfare le richieste del bambino senza eccedere. I bambini chiedono moltissime cose – stimolati senza dubbio dagli input che derivano dai media, dai compagni e compagne, dalle vetrine colorate – e i genitori sono spesso propensi a darle per non sentirsi fare il broncio o protestare. Dire di no è faticoso, spesso crea conflitti in famiglia e starci dentro non è sempre facile.
Educare oggi, per un genitore, è sostanzialmente riuscire a trovare il giusto equilibrio.
Certo è che la funzione genitoriale è importantissima e non appartiene solo al genitore ma deve essere condivisa con chi si trova ad allevare un bambino e una bambina.
Co-educatori sono senza dubbio i nonni, gli insegnanti, gli educatori sportivi, altre figure che hanno il compito di condurre per mano bambini e bambine verso la loro vita futura.
Per stare in equilibrio rispetto al corretto modo di posizionarsi educativamente è importante:
– poter trovare quella giusta distanza emotiva dal proprio bambino che consenta a quest’ultimo di sentirsi guidato senza essere asfissiato;
– potersi confrontare costantemente sul significato dell’educare, farsi domande: solo assieme in maniera condivisa si può agire positivamente sullo sviluppo dei figli;
– essere consapevoli che non può esistere un genitore perfetto, ci si deve concentrare e lavorare per raggiungere lo stadio del genitore “sufficientemente buono”;
– saper creare il giusto dosaggio di coccole e richiami, concessioni e proibizioni, si e no motivati;
– saper dare le regole giuste al momento giusto e chiederne il rispetto a seconda dell’età del bambino e della bambina;
– saper rispettare i bambini e rispettarsi vicendevolmente tra adulti in modo da creare delle regole implicite che passano dai comportamenti e non dalle parole.
In sostanza è questo il segreto per poter consentire ai bambini e alle bambine di andare verso una loro avventura, autonoma ma protetta.
Dott.ssa Paola Cosolo Marangon