

La guerra colpisce anche le comunità civili
L’immaginario comune della guerra è rappresentato in primis dagli eserciti: persone in uniforme, munite di armi, attrezzature, veicoli, che combattono lungo fronti strategicamente studiati.
Le informazioni che giungono a mezzo stampa rivelano che molti dei conflitti ora in atto coinvolgono i centri cittadini, i paesi, le piccole e grandi comunità: aree che dovrebbero essere tutelate dalla violenza di un conflitto armato (anche dal punto di vista legislativo e regolamentare), ma che rappresentano alcuni tra i bersagli più ambiti dai colpi degli apparati militari nemici.
Anche quando non cadono le bombe, la guerra è presente, ha delle ripercussioni palpabili e pesanti all’interno delle case, delle piccole comunità.
L’impatto della guerra sulle comunità native
Un esempio sono i numerosi gruppi di comunità native presenti in alcune zone della Russia, Iacuzia, Burazia, Caucaso settentrionale. Tali gruppi sono organizzati in sistemi sociali che prevedono una forte uguaglianza tra uomo e donna, quest’ultima responsabile di importanti decisioni comunitarie.
Anche gli uomini appartenenti a tali gruppi sono stati reclutati dal sistema di leva obbligatoria per combattere in Ucraina.
Amnesty International ha potuto incontrare alcune attiviste native, esponenti di organizzazioni come la Fondazione per la Iacuzia libera, il gruppo avar del Daghestan, la Repubblica di Sakha, per indagare sull’impatto che la guerra ha sulla loro attività, sulle comunità e sul loro status di donne.
Conseguenze sulla vita quotidiana e sulle donne
Queste donne raccontano di un aumento repentino dei casi di violenza domestica, laddove gli uomini rientrano a casa dopo un periodo trascorso al fronte, in evidente stato di condizionamento psicologico dovuto alle esperienze vissute.
Un altro aspetto riguarda la vita di tutti i giorni: la sussistenza di queste comunità si basa su attività come caccia, pesca, agricoltura, e tecniche correlate a tali attività che vengono tramandate tra le generazioni. In assenza di uomini, principali attori di questi lavori, il compito è improvvisamente passato alle donne, maggiormente coinvolte in ambito decisionale rispetto ai lavori fisici, che si trovano alle prese con attività fisicamente estenuanti, in condizioni di clima estremo e scarsità di infrastrutture.
Tali condizioni estreme, unite alle inevitabili conseguenze della guerra, hanno provocato un rialzo consistente del tasso di mortalità e abbassato la natalità, mettendo a rischio la sopravvivenza di comunità dalle origini antichissime.
Attivismo, repressione e resistenza
Inevitabilmente, alcuni gruppi di attivisti e attiviste sono scesi in strada in segno di protesta, fronteggiando le barricate e i modi brutali e violenti in cui le forze dell’ordine si oppongono alle manifestazioni: oltre ai numerosi arresti, molte donne vengono spintonate, picchiate, trascinate via, insultate.
Ma non è tutto: molte di queste organizzazioni native sono state designate come “terroriste”, criminalizzando le loro azioni e costringendo molti dei loro esponenti all’esilio.
Proprio la condizione di esilio ha permesso ad alcuni attivisti e attiviste di conoscersi tra di loro, unirsi in una lotta condivisa per la sopravvivenza dei popoli, creare reti solidali e instaurare progetti comuni con lo scopo di fermare una ormai chiara deriva colonialista e antifemminista nei loro confronti.
La guerra è entrata nelle piccole e grandi comunità, snaturandone la loro struttura ed esponendole al rischio di soppressione. Ma le persone, le donne, continuano a resistere, credendo in progetti e ideali di uguaglianza, rispetto reciproco, non violenza, pace.
Campi estivi e informazioni utili
Campi Estivi Amnesty International. Cambiando argomento mi preme ricordarvi che, come da svariati anni a questa parte, Amnesty Italia organizza dei campi estivi per persone di tutte le età.
Potete trovare tutte le informazioni al seguente link: https://www.amnesty.it/entra-in-azione/summer-lab/
Come sempre, per approfondire quanto trattato in questo articolo e tenervi aggiornati su tutte le altre tematiche riguardanti i diritti umani, vi invitiamo a visitare il sito www.amnesty.it e le pagine Facebook e Instagram di Amnesty International Italia e del gruppo di Treviso agli indirizzi indicati qui sotto.
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