
Nel corso dei due precedenti anni scolastici, grazie al patrocinio dell’Istituto Tecnico “G. Mazzotti” di Treviso e del Liceo italiano “Nukk” di Sofia (Bulgaria) – nonché al supporto costante dell’Istituto italiano di cultura e dell’Ambasciata italiana presenti presso la capitale bulgara – si è realizzato un progetto di scambio linguistico e culturale tra i due Paesi che sta ottenendo successi entusiastici.
A conferma della felice realizzazione del percorso di conoscenza e avvicinamento reciproci è stata la decisione, da parte di alcuni allievi del liceo italiano in Bulgaria, di frequentare alcuni mesi di studio presso l’Istituto di Treviso: Viktor Krastanov, Maxim Raynovski e Viktoria Massova hanno completato la loro esperienza alla fine del primo quadrimestre, mentre Georgi Ivanov ha deciso che avrebbe concluso l’intero anno scolastico in Italia, sostenendo allo stesso tempo gli esami da privatista che il Ministero bulgaro comunque prevede nel caso in cui un allievo decida di intraprendere altre strade.
Georgi sta vivendo un’esperienza particolare, da solo, e a soli diciassette anni, in un contesto che non è il suo ma ci sta riuscendo con grande maturità e piena consapevolezza. E per questa ragione ci è sembrato interessante riportare, assieme a lui, gli esiti della sua scelta.
Caro Georgi, sei molto giovane e nonostante ciò hai avuto la forza di allontanarti dalla famiglia e dai tuoi amici per prenderti una parentesi di vita qui in Italia. Quali sono stati gli aspetti che ti hanno convinto di più a partire?
Per me l’Italia è sempre stata uno dei paesi più belli del mondo. Venire qui non è stato facile per vari motivi e nemmeno affrontare questa possibilità. Il fatto che nel mio Paese non sia così diffusa la pratica di svolgere anni all’estero mi ha fatto capire che veramente avevo tra le mani un’opportunità unica. Tutto questo, combinato con il supporto della mia famiglia, mi ha convinto a partecipare a al progetto e per ora sono più che contento del risultato.
Ormai sei a Treviso da settembre e sei passato da una Capitale a una città di provincia. Cosa ti ho colpito di più di queste due realtà?
Le differenze tra Sofia e Treviso non sono poche, però ci sono anche tante somiglianze. La vita in una capitale è senz’altro più facile per le diverse comodità in relazione agli orari dei mezzi di trasporto e alla presenza di luoghi di divertimento, però la tranquillità che offrono le città come Treviso è inestimabile. Sono comunque felice di vivere qui e onestamente il contesto mi piace tantissimo, specialmente perché è vicino a tanti bei posti che gli stranieri possono apprezzare.
La scuola in Italia: quale opinione ti sei fatto e come pensi che i due sistemi educativi potrebbero conciliarsi? Preferisci la scuola bulgara o quella italiana?
Sin dal primo giorno ho notato le possibilità che offre la scuola italiana, molte delle quali sono assenti in quella bulgara. Le differenze sono dunque tante, partendo dalle metodologie d’insegnamento e dalle interrogazioni – più formali e strutturate – concludendo poi con la pianificazione delle vacanze, meglio distribuite nell’ambito italiano, e la durata dell’anno scolastico, che permette un’anticipazione della pausa estiva. Personalmente, mi trovo bene in entrambi sistemi, ma preferisco la scuola bulgara perché l’insegnamento delle lingue viene maggiormente approfondito, e non solo nei licei linguistici.
Il popolo italiano, secondo te, ha elementi in comune con il tuo?
Trovo i nostri popoli molto simili sia dal punto di vista emozionale che per quanto riguarda lo spirito di accoglienza. Tutti sono molto sorridenti, gentili e disposti sempre ad aiutare. Direi tranquillamente che, per quanto riguarda le persone, qui mi sento come a casa. Questo mostra che, anche se ci separano più di 1000km e apparteniamo a gruppi culturali diversi, abbiamo lo stesso modo di guardare il mondo.
In un’ottica di interculturalità pensi che progetti come quello che è stato avviato tra Sofia e Treviso possano aiutare i giovani a una maggiore consapevolezza del mondo e delle sue diversità?
Assolutamente sì! Tutti i tipi di progetti interculturali – soggiorni e scambi linguistici – aiutano non solo per l’apprendimento della lingua del paese ospitante, ma anche per convincerci che alla fine siamo tutti persone, con molti tratti in comune, ma anche con molte differenze, che possono solo arricchirci. Questo vale specialmente quando abbiamo a che fare con culture e storie molto diverse, che hanno completamente escluso scambi culturali nel passato, come ad esempio nel mio caso.
Cosa ti porterai – di buono e di negativo – dall’Italia?
Anche se mi mancano ancora due mesi prima di concludere questa esperienza, ormai mi sento molto cambiato. Sono riuscito a migliorare tantissimo le mie competenze linguistiche, sono diventato più maturo e responsabile e mi sono creato tante belle memorie. Tutto questo mi rende davvero felice e credo che sia valsa la pena fare questa scelta. Onestamente, non ho avuto momenti difficili e questo è sicuramente grazie all’appoggio, in primis, della prof.ssa De Pieri, dell’intero corpo docente, della meravigliosa classe in cui sono capitato e dei tanti amici che ho conosciuto e che mi rimarranno nel cuore.
E, infine, cosa pensi di aver portato qui da noi del tuo Paese?
Come ho detto prima, venendo da un Paese che è fondamentalmente diverso dall’Italia credo di essere riuscite a portare qui un po’ della mia cultura bulgara. Anche se la Bulgaria non è uno Stato molto conosciuto in Europa, sono riuscito a condividere tante tradizioni, la mentalità e anche la lingua. Sono felice di questo e mi sento fiero di aver adempiuto al mio dovere, mostrando alle persone le bellezze del nostro Paese e della nostra cultura. Il mondo è grande e la vita è una. Per questo, vale la pena prendere ogni occasione per poterlo scoprire.
Prof.ssa Mariateresa De Pieri