L’importanza del rumore

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Photo of a residential security fence

Come il Liceo Artistico Statale di Treviso ha celebrato il Giorno della Memoria

Rompere il silenzio. “La Shoah sarà ridotta a una frase nei libri di storia”. Sono queste le parole di Liliana Segre, senatrice a vita, attivista, politica italiana e sopravvissuta della Shoah.

Lei non ha mai smesso di ricordarcelo, nonostante il passare degli anni.

Molto spesso vediamo come, fra i giovani di oggi, si discuta veramente poco di questo argomento al di fuori della scuola e, quando se ne parla, è solo per farci qualche battutina.

Stiamo perdendo la sensibilità per questi fatti, con il tempo non si sente più la vicinanza del dolore delle vittime.

Si finisce per banalizzare, per ricordare senza ricordare veramente. Solo il classico “minuto di silenzio” prima di riassumere le lezioni, come se non fosse mai accaduto nulla.

Ma ne abbiamo avuto abbastanza del silenzio, dello stare zitti perché “tanto la storia la conosciamo già.”

Lunedì 27 gennaio 2025, noi del Liceo Artistico Statale di Treviso abbiamo deciso di fare rumore.

Lo stare zitti è imperdonabile quando è proprio il silenzio, di chi aveva una voce per parlare, che ha lasciato che questa strage accadesse.

“…Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici“.

Così leggiamo nel sermone del pastore Martin Niemöller Prima vennero… sul silenzio da parte degli intellettuali tedeschi, dopo che i nazisti salirono al potere.

Ogni anno, in onore del Giorno della Memoria, gli studenti e i docenti della nostra scuola organizzano un evento dedicato alle vittime della Shoah nel tentativo di tenere vivo il loro ricordo. Quest’anno è stato organizzato un flash mob in tutte le nostre sedi.

L’evento si è aperto sulle toccanti note della colonna sonora di Schindler’s List, suonate con la chitarra acustica da una compagna che si è offerta di accompagnare i testi.

E quando il suono delle note si è affievolito, altri studenti ci hanno letto alcune testimonianze di chi, purtroppo, non poteva essere sul palco a parlare per sé.

Come è responsabilità dei forti proteggere i più deboli, così sarà responsabilità nostra, in futuro, ricordare eventi che non devono essere mai dimenticati: starà a noi reggere il microfono, oppure alzare la voce, nel caso esso non ci venga dato.

È importante che se ne parli a scuola, con eventi come questo, come è importante che se ne parli e basta. Che non cada il silenzio, che non si lasci che la storia si ripeta.

Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima e trasformarono i miei sogni in polvere. Non dimenticherò mai queste cose, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.” Da La notte di Elie Wiesel.

Angela Scattolin, 5^C
Liceo Artistico – Treviso

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