La magia: San Nicolò, Santa Lucia…

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È tempo di regali portati da personaggi fantastici. Che bella l’età dei bambini che credono che quel vecchio signore vestito di rosso (non, non è Babbo Natale!) accompagnato da un ciuchino e avversato dai krampus, porta i regali durante la notte. Ma lo stesso vale per Santa Lucia, eterea fanciulla ornata di una corona di candeline.

I bambini e le bambine, a seconda della dislocazione geografica, a dicembre attendono questi santi e lo fanno con la serietà e la convinzione che la loro età richiede.

Poco importa il che cosa riceveranno, ci interessa invece non rovinare l’attesa, alimentare i racconti che a noi sono stati fatti da bambini, consentire anche ai piccoli di oggi di rivivere quel palpito, quel fremito, di giurare di aver sentito il campanellino legato al collo dell’asinello o i passi felpati della santa mentre appoggiava i pacchetti. Un genitore, giorni fa, mi ha chiesto se non è offensivo trattare i bambini come degli sciocchi. Oggi come oggi, – mi ha detto, – i bambini sanno perfettamente che i regali li comperiamo noi. Anzi, – ha continuato, – lasciano una lunga lista dopo aver guardato una vetrina o aver visto cento pubblicità televisive. Non è offensivo perdurare in queste credenze che potevano si abbindolare noi da piccoli, ma loro? Loro sono più svegli di noi.

Non nego di aver provato un forse sento di tristezza alle parole di questo genitore.

I bambini non sono mutati, è l’ambiente ad essere cambiato, sono gli stimoli ad essere eccessivi ma il pensiero magico c’è. Dura poco, lo sappiamo, ma la responsabilità di noi adulti è grande nel conservare questo tempo come uno dei periodi più belli e fantastici della vita.

Personalmente ho viva la sensazione di quei giorni, di quando aspettavo san Nicolò e cercavo di non addormentarmi per carpire alla notte un fruscio, un raglio, un movimento che me lo facesse sentire.

Ci credevo fino in fondo e quella sensazione rimane come una delle più belle. Certo, è stata alimentata da mia mamma e da mio papà, dalle nonne che anzi mi raccontavano dei loro poveri regali che venivano lasciati dal santo, povero anche lui in tempo di guerra. E ci credevo, fino in fondo. Ma ricordo anche lo sguardo attento di mia figlia, quando le raccontavo delle mie trepidazioni in attesa di san Nicolò e oggi, madre pure lei, ripropone al suo bambino la stessa narrazione.
I bambini non sono cambiati, le supposte evoluzioni non hanno intaccato il pensiero magico e fantastico dei piccoli. È cambiato l’ambiente esterno, è cambiato l’adulto che diventando più cinico non ricorda più il piccolo che è stato.

Ritorniamo bambini, almeno un po’ e salvaguardiamo il più possibile questo aspetto infantile che, come dicevo, purtroppo è breve ma è uno dei periodi più intensi e fecondi della vita infantile.

Paola Cosolo Marangon, formatrice in area psicopedagogica e scrittrice
www.diventaregrandi.it
info@diventaregrandi.it – Tel. 0422419474
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