L’indagine territoriale di Telefono Azzurro nel trevigiano
Il Safer Internet Day si celebra la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete, istituita e promossa dall’Unione Europea, per riflettere sull’uso consapevole delle tecnologie digitali. Il Safer Internet Day prevede la partecipazione attiva dei giovani, attraverso iniziative locali nelle scuole, in associazioni e dibattiti: momenti arricchenti per riflettere sulle misure di protezione di bambini e adolescenti nei mondi digitali, e promuovere un’educazione consapevole nell’uso della rete.
In Italia, la funzione di coordinamento del Safer Internet Day è svolta dal progetto Generazioni Connesse, coordinato dal Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dell’Università e della Ricerca, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, da Telefono Azzurro, Save The Children Italia e altre diverse realtà. Durante le due giornate di febbraio celebrative del Safer Internet Day, il 5 e il 6 febbraio, il Professor Ernesto Caffo, Presidente della Fondazione S.O.S il Telefono Azzurro ha detto: “Oggi le tecnologie offrono ai ragazzi opportunità digitali affascinanti. Tuttavia, spesso gli adulti non comprendono questa realtà parallela in cui vivono i ragazzi. Mancano accompagnamento e formazione per affrontare le sfide digitali, come il divario generazionale nei processi cognitivi ed emotivi. È essenziale che in particolare genitori e insegnanti acquisiscano competenze digitali per comprendere e supportare i ragazzi nel mondo digitale in continua evoluzione. È necessario unire conoscenze provenienti da ambiti diversi, sviluppare normative globali e nazionali e promuovere una cultura digitale nel nostro Paese, affrontando il ritardo attuale. Gli Stati devono definire regole condivise, considerando il contesto globale, e le aziende devono assumersi una responsabilità sociale di impresa, bilanciando la concorrenza con la tutela degli utenti, a partire da quelli più piccoli e fragili.”
In occasione del Safer Internet Day, la sede trevigiana di Telefono Azzurro ha pensato di attivarsi nel territorio con l’obiettivo di stabilire un dialogo aperto e attivo con i minori, e allo stesso tempo creare un ponte col mondo degli adulti. Telefono Azzurro Treviso ha pertanto ideato, progettato, e somministrato dei questionari focalizzandosi sugli aspetti più urgenti e potenzialmente rischiosi di un uso inconsapevole di internet, fra cui l’accesso sempre più prematuro a piattaforme online, le chat con sconosciuti, l’esposizione a linguaggio violento, la visione di contenuti inadatti, la geolocalizzazione. I questionari sono stati perfezionati a seconda dell’età anagrafica, offrendo una panoramica sulla tipologia di dispositivi utilizzati, le modalità e frequenza dell’utilizzo, le eventuali regole. L’Istituto Comprensivo Stefanini, con oltre 700 alunni e alunne di scuola primaria e secondaria di primo grado, ha deciso di essere coinvolto nel progetto. Visto il numero di questionari e relativi dati raccolti, la brochure informativa che è stata confezionata restituisce uno spaccato della provincia in merito all’uso di piattaforme digitali da parte di bambini e adolescenti.
Sono stati somministrati questionari strutturati a 256 alunni delle classi quarte e quinte dell’IC 4 Stefanini al fine di analizzare i loro comportamenti riguardo l’utilizzo dei social e dei videogiochi. I risultati ottenuti forniscono una panoramica interessante sulle abitudini dei bambini e della loro consapevolezza rispetto a un contesto digitale sempre più pervasivo.
Nella scuola secondaria di primo grado, è risultato che il 91% degli alunni gioca a videogiochi online, di cui più della metà ne fa uso senza la supervisione di una persona adulta. Inoltre, è stato evidenziato un uso esponenziale dei social network nel campione di minori che va dai 9 agli 11 anni. I social network maggiormente utilizzati nelle classi della scuola secondaria di primo grado sono YouTube, Whatsapp, TikTok, Snapchat, e Instagram. Il dato è in contrapposizione con quanto previsto dal codice della Privacy italiano e dal Regolamento Europeo GDPR, per i quali l’età minima per iscriversi ad un social network senza il consenso dei genitori, è di 14 anni. Estremamente controversa nei social network è l’impostazione di attivare la geolocalizzazione, che è risultato essere poco conosciuta dai bambini, per cui ci sono stati casi di minori contattati da sconosciuti tramite la posizione geografica che veniva inconsapevolmente condivisa con chiunque. Inoltre, l’algoritmo spesso espone i minori alle famose “challenge”, ovvero delle sfide che risultano essere rischiose perché coinvolgono attività fisiche estreme o comportamenti rischiosi, incoraggiano comportamenti inappropriati, e hanno una forte influenza sociale. Le sfide comportano anche un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani, anche se non si partecipa attivamente. È quindi ancora più necessario attivare dei percorsi che supportino i minori nell’uso del digitale, che rimane una risorsa arricchente se usata con consapevolezza.
Diverse sono state inoltre le testimonianze di minori che sono stati spettatori di video che non si aspettavano di vedere: contenuti grafici e verbali che li hanno impressionati, tanto da avere difficoltà nell’addormentamento. Degno di una profonda riflessione è il fatto che l’uso di un linguaggio aggressivo, denigratorio e violento viene raccontato e percepito molto spesso come normale. È stato infatti constato che viene normalizzato questo tipo di relazionarsi ed approcciarsi agli altri che non sarebbe accettato nella vita al di fuori di internet. Spesso, infatti, i minori non si sono detti stupiti di aver letto insulti rivolti a coetanei o altri giocatori, frasi che li avrebbero invece impressionati se pronunciate di persona. Durante gli incontri del progetto “Famiglie in Rete 2” all’interno delle scuole, uno strumento che viene proposto per riflettere e opporsi all’uso di un linguaggio violento e aggressivo online, è la segnalazione. Si tratta di un’impostazione che viene offerta in videogiochi online e social network che permette, al team di moderazione, di rimuovere il contenuto o eventualmente sospendere l’utente coinvolto. Nei questionari per gli alunni di scuola secondaria di primo grado sono state proposte delle domande stimolo con risposta aperta. È risultato che il 67% di loro ha raccontato di esser stato esposto, almeno una volta, a linguaggio aggressivo online e il 25% di aver ricevuto insulti e aver incontrato contenuti inappropriati online. Del campione degli stessi 450 alunni, il 58% è risultato non avere regole per l’utilizzo di internet.
Infine, dato estremamente rilevante, è il 30% di minori che dichiara di fidarsi di profili sconosciuti. Questo risultato è di fondamentale importanza, in un contesto nel quale le possibilità di avvicinarsi ed essere contattati da profili sconosciuti, o che si fingono qualcuno di conosciuto (i cosiddetti profili falsi), è un fenomeno in crescita soprattutto nei social come Snapchat e TikTok. Il fidarsi di profili sconosciuti solleva il rischio di condividere dati personali, come diffondere foto personali, indirizzi, posizione. Particolarmente significativa è stata la testimonianza di un minore che ha raccontato di esser stato contattato da un profilo Snapchat, che ha ritenuto fosse di una persona coetanea in base alle foto che venivano pubblicate, ma che poi ha scoperto non corrispondere a ciò che pensava.
I risultati riflettono la crescente integrazione della tecnologia digitale nella vita quotidiana di bambini e adolescenti, per questo motivo Telefono Azzurro è convinto che sia necessario accompagnare in maniera concreta e positiva, attraverso un patto di corresponsabilità, i ragazzi come protagonisti attivi.
Telefono Azzurro Treviso è impegnato da tempo nella proposta di incontri formativi di diffusione di consapevolezza digitale. Ha infatti proposto diversi laboratori in Istituti Scolastici nel territorio col fine di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni, che necessitano un approccio multicanale per affrontare disagi, dipendenze ed abusi legati ai rischi della rete. Fra le telematiche che stanno maggiormente a cuore ci sono bullismo, cyberbullismo, hate speech e grooming.
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