Il valore dell’arte e della cultura

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Una richiesta spontanea: “Maestra, ci porti al museo?”

“Maestra, l’anno prossimo ci porti al museo?”.
Era proprio questo che già l’anno scorso chiedevano i ragazzi dell’attuale classe quinta Collodi, tra l’estasiato e l’incredulo di noi docenti.
Quale proposta migliore considerando il fatto che nasceva proprio da loro il bisogno di esplorare il nostro patrimonio storico? Quale occasione più propizia per avvicinarli al patrimonio artistico e culturale del nostro Paese?
E così è stato. Il 18 marzo per la classe quinta si è svolta un’intera giornata al museo, esplorando le pregevoli raccolte cittadine presso il Museo Bailo e di S. Caterina.

Una giornata al Museo Bailo tra pittura en plein air e impressionismo

Al Bailo la mattinata è trascorsa tra le opere d’atelier di pittori quali Odorico Politi, Luigi Querena e Antonio Zonta, per poi passare a scoprire come dalla metà dell’ ‘800 la pittura diventi en plein air, quando gli artisti escono all’aperto per osservare direttamente il loro soggetto, per cogliere in modo mirabile la luce e le sue variazioni, riuscendo a catturare poi con il colore le sottili sfumature che la luce stessa crea sui particolari, portando con le loro opere alla nascita dell’impressionismo. Condotti dalla guida hanno così analizzato e riflettuto su opere di artisti quali Serena, Ciardi e il grande Gino Rossi.
Si dice che la cultura abbia la virtù di abbellire naturalmente il volto, perché eleva l’anima.
Aver osservato i volti dei bambini immersi in un ambiente di apprendimento tanto elegante ed armonioso qual è la nuova struttura architettonica del Bailo mentre scrutavano i dipinti e a loro si interessavano, conferma esattamente queste parole. I loro volti si illuminavano, la loro attenzione e il loro silenzio durante le spiegazioni sono stati indicatori importanti di come si possa appassionare anche i più piccoli all’arte attraverso una didattica museale moderna ed efficace.
La mattinata si è poi conclusa con un laboratorio dal titolo “Luce, macchia e impressione” in cui i ragazzi hanno sperimentato come definire i loro soggetti con macchie di colore.

Scoprire la cultura romana al Museo di S. Caterina

Ci siamo poi spostati al Museo di S. Caterina per la parte archeologica e, dopo un gioioso pranzo al sacco, ci siamo tuffati in un percorso sulla cultura e tradizione romana che, come è noto, ha attraversato e trasformato il nostro territorio durante l’espansione dell’Antica Roma.
Utilizzare proprio il museo come strumento educativo, è fare storia in modo coinvolgente.
Osservare dal vivo i reperti materiali, collegarli alle informazioni già possedute, elaborare e ampliare conoscenze in un contesto ricco di immagini e narrazioni, è un metodo di sicuro apprendimento. Dopo la visita, questa volta il laboratorio si è incentrato sulla realizzazione di una piccola opera in creta: un vasetto, una maschera, una lucerna. Qualche bambino ispirato si è pure lanciato in una libera interpretazione della leggenda della nascita di Roma, modellando una cesta con tanto di Lupa e dei due gemelli, Romolo e Remo.

Un viaggio tra musica, immagini e narrazione a S. Teonisto

Alla Collodi, però, il percorso riguardante l’arte, non si è fermato qui.
Le classi quarta e quinta, infatti, il 24 marzo si sono recate presso la Chiesa di S. Teonisto, altro luogo di cultura cittadino, per assistere ad un progetto musicale dal titolo “Monsieur Renè – Gardien de Notes”, a cura della Fondazione Benetton.
In quest’opera si sono incontrate arte visiva, musica e narrazione fondendosi magicamente insieme per raccontare la storia di un anziano direttore d’orchestra. Egli si muove con la sua bicicletta da un giardino all’altro di Parigi per insegnare a leggere la musica in ogni cosa, facendo dialogare musica e natura. All’inizio solo una cornacchia sembra essere interessata ai suoi ricordi, ma lentamente molti altri si avvicinano rispecchiandosi nelle sue storie e trovandovi conforto.
È stato uno spettacolo che ha coinvolto soavemente i sensi: l’udito con gli strumenti a fiato del Conservatorio di Castelfranco Veneto, e la vista, con le immagini che si creavano sotto i nostri occhi provenienti da una lavagna luminosa. Immagini floreali o astratte e immagini iconiche di Parigi si intrecciavano alla musica corale o solista di flauti, clarinetti, oboe e fagotto, il tutto in piena armonia.

L’arte come scelta formativa di valore

Se il compito principale della scuola è quello formativo, rivolgersi all’arte è sicuramente una scelta di valore. Avvicinarsi all’arte significa favorire la creatività, l’immaginazione, la capacità di comunicare in modo originale e diverso. L’arte insegna a esprimere emozioni, pensieri e idee in modo personale e unico, abbattendo barriere linguistiche, sociali ed emotive. Inoltre, chi ama la cultura desidera conoscere tutte le culture diventando inclusivo, rispettoso dell’altro.
Ecco allora che tali percorsi non si limitano a favorire il mero successo scolastico, a impartire contenuti, ma a dare strumenti da assimilare alle forze intellettuali e sentimentali dei nostri alunni perché Arte e Cultura possono diventare strumenti salvifici.

Insegnante Silvia Marcon – Scuola Primaria Collodi

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